Mi avrebbe fatto molto piacere entrare in quel concessionario e oltre a vedere le Harley nuove di allora, conoscere colui che ha creato il mito Harley Davidson in Italia.
Buona visione

Con tutta la stima per il Carlo, che fu gran poeta gran venditore e gran motociclista, ritengo innegabile la considerazione "era una testa di ca%%o". A volte accade anche ai migliori. Personalmente ho conosciuto Giorgio Strehler, Riccardo Muti, l'ing Dallara, Roberto Parodi, Mario Giordano, Vittorio Sgarbi e me ne vengono in mente altri...Sedicesima Grifo ha scritto: ↑06/12/2020, 8:07 Al momento sono arrivato al minuto 12.
Un mio amico acquistò, dalla Numero 3, una Bonneville.
Mi descrisse l'approccio aziendale, che conferma quanto accennato qui.
Personalmente avrei avuto qualche problema a non mandarlo a quel paese.
AhAh...Massimo è stato testimone di una mia proposta al conce HD di Legnano (uno che è IL RE delle teste di ca%%o)... Non capisco come certe realtà commerciali possano tenere ancora aperta l'attività...Sedicesima Grifo ha scritto: ↑06/12/2020, 9:27 Quando ho preso la mia, sono andato in concessionaria direttamente di ritorno da Singapore, senza neppure passare da casa dall'aeroporto.
Il venditore esordisce dicendo di dover fumare una sigaretta e mi dice di aspettare.
Come no, che ho aspettato. La sigaretta l'ha fumata dopo, ha ricevuto commento negativo all'indagine della Casa e io ho preso la moto lì solo perché il meccanico è amico fraterno di un mio amico.
Quando, l'anno scorso, l'ho venduta, lo stesso venditore ha provato a offrirmi noccioline.
Bene: venduta dopo una settimana ad un privato ad un prezzo di 1000 Euro maggiore rispetto a quello che avrei chiesto alla concessionaria. Comprendo, ovviamente, che debbano garantire e guadagnarci ma per fesso non ci passo, in specie se mi dicono che, dicendo di no all'offerta, fossi andato un mese dopo avrei potuto prendere anche meno.
Vero Palma, come dice Rocco, non ho peli sulla lingua, e se ne ho non sono miei.....Palmambrogio ha scritto: ↑06/12/2020, 11:37 Ho visto tutto il filmato dall'inizio alla fine, dove con un velo nostalgico, la Milano cinese, sembra ormai vincere su ciò che c'era un tempo...
Ma tralasciando questo aspetto, che può interessare come non, la storia della concessionaria Numero uno di Milano, è qualcosa per cui vale la pena soffermarsi.![]()
Ci sono stato una volta, una sola volta e neanche per tanto tempo.
Ero di passaggio e mi fermai per vedere ciò di cui in molti mi parlavano.
Non era grande, anzi, mi stupii di quanto era piccola.
Mi aspettavo un gran posto con tanto spazio e tante vetrine, invece, era tutta lì in pochi metri.![]()
Non ho visto il Talamo e non mi ricordo le persone nel dettaglio.
Ho guardato le motociclette, quelle poche che c'erano, perché nel 1987 in vetrina c'era ben poco.
Non sono mai stato una da concessionaria, perché quando cominciano a parlare e ad imbonire, io mi spaziento e mi passa la poesia...
E difatti lì dentro non mi ha detto niente nessuno.
Ero un signor nessuno che passava di lì.
Il Talamo era certamente uno dal carattere non facile, e se a dirlo era uno che ci lavorava a stretto contatto, che per un anno è stato trattato come è stato trattato, possiamo ben capire che tipo di carattere avesse.
Negli Stati Uniti d'America le Harley Davidson erano motociclette non di élite, ma certamente più alla portata di tutti.
Altrimenti non si capirebbe perché una generazione del dopoguerra e anche quella dopo c'è andata in giro in anni dove di soldi, non è che ne avessero in tasca poi così tanti..
Genti di tutto i tipi.
Dai delinquenti, ai padri di famiglia.
Passando per hippie, nomadi, gente sbandata senza casa e senza terra.
Il Talamo vendeva le Harley Davidson ai milanesi ricchi e a tutti quelli che potevano spendere 24 milioni di lire e anche più.
È stato bravo, è stato molto bravo in quello.
Il posto era suo, sue erano le idee e ci faceva quello che voleva se andava bene così bene altrimenti uno poteva prendere la porta e andarsene.
Questa era la sua filosofia.
Io non la condivido perché non sono uno a cui piacciono quelli con il carattere così, però preferisco uno che ti dice le cose in faccia senza peli sulla lingua, che un falso che ti fa il sorriso davanti e poi chissà cosa dice di te alle spalle.
Harley Davidson deve molto a uno come il Talamo, ma invece che ricordarlo se lo sono dimenticati perché a quanto pare agli americani non interessa proprio.
Forse sarà interessato un tempo quando gente come dicono nel filmato Peter Fonda, andava lì a visitare la concessionaria...
Santo o demonio ormai non importa più.
Lone Wolf ha scritto: ↑06/12/2020, 9:36AhAh...Massimo è stato testimone di una mia proposta al conce HD di Legnano (uno che è IL RE delle teste di ca%%o)... Non capisco come certe realtà commerciali possano tenere ancora aperta l'attività...Sedicesima Grifo ha scritto: ↑06/12/2020, 9:27 Quando ho preso la mia, sono andato in concessionaria direttamente di ritorno da Singapore, senza neppure passare da casa dall'aeroporto.
Il venditore esordisce dicendo di dover fumare una sigaretta e mi dice di aspettare.
Come no, che ho aspettato. La sigaretta l'ha fumata dopo, ha ricevuto commento negativo all'indagine della Casa e io ho preso la moto lì solo perché il meccanico è amico fraterno di un mio amico.
Quando, l'anno scorso, l'ho venduta, lo stesso venditore ha provato a offrirmi noccioline.
Bene: venduta dopo una settimana ad un privato ad un prezzo di 1000 Euro maggiore rispetto a quello che avrei chiesto alla concessionaria. Comprendo, ovviamente, che debbano garantire e guadagnarci ma per fesso non ci passo, in specie se mi dicono che, dicendo di no all'offerta, fossi andato un mese dopo avrei potuto prendere anche meno.
Ho l'impressione che noi italiani si sia un popolo di acquirenti un po' coglioni...