Un intervista interessante

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fabri2005
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Un intervista interessante

Messaggio da fabri2005 »

Tra i tanti video che YouTube mi ha proposto è capitato questo:

Mi avrebbe fatto molto piacere entrare in quel concessionario e oltre a vedere le Harley nuove di allora, conoscere colui che ha creato il mito Harley Davidson in Italia.
Buona visione :ok:
Sedicesima Grifo
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Re: Un intervista interessante

Messaggio da Sedicesima Grifo »

Al momento sono arrivato al minuto 12.
Un mio amico acquistò, dalla Numero 3, una Bonneville.
Mi descrisse l'approccio aziendale, che conferma quanto accennato qui.
Personalmente avrei avuto qualche problema a non mandarlo a quel paese.
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Lone Wolf

Re: Un intervista interessante

Messaggio da Lone Wolf »

Sedicesima Grifo ha scritto: 06/12/2020, 8:07 Al momento sono arrivato al minuto 12.
Un mio amico acquistò, dalla Numero 3, una Bonneville.
Mi descrisse l'approccio aziendale, che conferma quanto accennato qui.
Personalmente avrei avuto qualche problema a non mandarlo a quel paese.
Con tutta la stima per il Carlo, che fu gran poeta gran venditore e gran motociclista, ritengo innegabile la considerazione "era una testa di ca%%o". A volte accade anche ai migliori. Personalmente ho conosciuto Giorgio Strehler, Riccardo Muti, l'ing Dallara, Roberto Parodi, Mario Giordano, Vittorio Sgarbi e me ne vengono in mente altri...
Tute persone intelligenti con una caratteristica in comune: sono conclamate teste di ca%%o.
Niente da aggiungere.
Solo la mia solidarietà a Grifo...mi sono permesso di mandare affanculo un altro bel soggetto, il sig Gabriele Lavia, davanti a quasi mille persone.
Se Talamo si fosse posto in un certo modo con me, credo che gli avrei attaccato al collo una Electra Glide prima di buttarlo nel naviglio....
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Re: Un intervista interessante

Messaggio da Sedicesima Grifo »

Quando ho preso la mia, sono andato in concessionaria direttamente di ritorno da Singapore, senza neppure passare da casa dall'aeroporto.
Il venditore esordisce dicendo di dover fumare una sigaretta e mi dice di aspettare.
Come no, che ho aspettato. La sigaretta l'ha fumata dopo, ha ricevuto commento negativo all'indagine della Casa e io ho preso la moto lì solo perché il meccanico è amico fraterno di un mio amico.
Quando, l'anno scorso, l'ho venduta, lo stesso venditore ha provato a offrirmi noccioline.
Bene: venduta dopo una settimana ad un privato ad un prezzo di 1000 Euro maggiore rispetto a quello che avrei chiesto alla concessionaria. Comprendo, ovviamente, che debbano garantire e guadagnarci ma per fesso non ci passo, in specie se mi dicono che, dicendo di no all'offerta, fossi andato un mese dopo avrei potuto prendere anche meno.

Preciso che il titolare, invece, è sempre stato cortesissimo e, in seguito, anche il venditore ha iniziato ad avere atteggiamento diverso.
Ultima modifica di Sedicesima Grifo il 06/12/2020, 9:37, modificato 1 volta in totale.
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Lone Wolf

Re: Un intervista interessante

Messaggio da Lone Wolf »

Sedicesima Grifo ha scritto: 06/12/2020, 9:27 Quando ho preso la mia, sono andato in concessionaria direttamente di ritorno da Singapore, senza neppure passare da casa dall'aeroporto.
Il venditore esordisce dicendo di dover fumare una sigaretta e mi dice di aspettare.
Come no, che ho aspettato. La sigaretta l'ha fumata dopo, ha ricevuto commento negativo all'indagine della Casa e io ho preso la moto lì solo perché il meccanico è amico fraterno di un mio amico.
Quando, l'anno scorso, l'ho venduta, lo stesso venditore ha provato a offrirmi noccioline.
Bene: venduta dopo una settimana ad un privato ad un prezzo di 1000 Euro maggiore rispetto a quello che avrei chiesto alla concessionaria. Comprendo, ovviamente, che debbano garantire e guadagnarci ma per fesso non ci passo, in specie se mi dicono che, dicendo di no all'offerta, fossi andato un mese dopo avrei potuto prendere anche meno.
AhAh...Massimo è stato testimone di una mia proposta al conce HD di Legnano (uno che è IL RE delle teste di ca%%o)... Non capisco come certe realtà commerciali possano tenere ancora aperta l'attività...
Ho l'impressione che noi italiani si sia un popolo di acquirenti un po' coglioni...

Mi spiego: vado a comprare un'auto, il venditore cerca di pendermi per i fondelli (come è successo a te Grifo), cambio concessionaria. Il mondo di oggi è in mano a noi consumatori, possiamo dettare leggi di mercato, e nel novantacinque per cento dei casi non ne siamo neppure coscienti. Ricordo un venditore d'auto, due anni fa (ed insisto: non trent'anni fa, DUE anni fa), propormi un'automobile con la formula: "se la vuoi entro stasera devi fermarla con un anticipo, l'offerta è solo fino a stasera". Gli ho riso in faccia, spudoratamente, mi sono girato e me ne sono andato lasciandolo lì come un idiota a metà discorso...
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Re: Un intervista interessante

Messaggio da Sedicesima Grifo »

Ho seguito tutta l'intervista. Traspare comunque una passione infinita da guardare comunque con rispetto.
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Palmambrogio
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Re: Un intervista interessante

Messaggio da Palmambrogio »

Ho visto tutto il filmato dall'inizio alla fine, dove con un velo nostalgico, la Milano cinese, sembra ormai vincere su ciò che c'era un tempo...
Ma tralasciando questo aspetto, che può interessare come non, la storia della concessionaria Numero uno di Milano, è qualcosa per cui vale la pena soffermarsi. :ok:
Ci sono stato una volta, una sola volta e neanche per tanto tempo.
Ero di passaggio e mi fermai per vedere ciò di cui in molti mi parlavano.
Non era grande, anzi, mi stupii di quanto era piccola.
Mi aspettavo un gran posto con tanto spazio e tante vetrine, invece, era tutta lì in pochi metri. :confuso:
Non ho visto il Talamo e non mi ricordo le persone nel dettaglio.
Ho guardato le motociclette, quelle poche che c'erano, perché nel 1987 in vetrina c'era ben poco.
Non sono mai stato una da concessionaria, perché quando cominciano a parlare e ad imbonire, io mi spaziento e mi passa la poesia...
E difatti lì dentro non mi ha detto niente nessuno.
Ero un signor nessuno che passava di lì.
Il Talamo era certamente uno dal carattere non facile, e se a dirlo era uno che ci lavorava a stretto contatto, che per un anno è stato trattato come è stato trattato, possiamo ben capire che tipo di carattere avesse.
Negli Stati Uniti d'America le Harley Davidson erano motociclette non di élite, ma certamente più alla portata di tutti.
Altrimenti non si capirebbe perché una generazione del dopoguerra e anche quella dopo c'è andata in giro in anni dove di soldi, non è che ne avessero in tasca poi così tanti..
Genti di tutto i tipi.
Dai delinquenti, ai padri di famiglia.
Passando per hippie, nomadi, gente sbandata senza casa e senza terra.
Il Talamo vendeva le Harley Davidson ai milanesi ricchi e a tutti quelli che potevano spendere 24 milioni di lire e anche più.
È stato bravo, è stato molto bravo in quello.
Il posto era suo, sue erano le idee e ci faceva quello che voleva se andava bene così bene altrimenti uno poteva prendere la porta e andarsene.
Questa era la sua filosofia.
Io non la condivido perché non sono uno a cui piacciono quelli con il carattere così, però preferisco uno che ti dice le cose in faccia senza peli sulla lingua, che un falso che ti fa il sorriso davanti e poi chissà cosa dice di te alle spalle.
Harley Davidson deve molto a uno come il Talamo, ma invece che ricordarlo se lo sono dimenticati perché a quanto pare agli americani non interessa proprio.
Forse sarà interessato un tempo quando gente come dicono nel filmato Peter Fonda, andava lì a visitare la concessionaria...
Santo o demonio ormai non importa più.
Il paradiso può attendere! :saggio: :ciapet2:
Lone Wolf

Re: Un intervista interessante

Messaggio da Lone Wolf »

Palmambrogio ha scritto: 06/12/2020, 11:37 Ho visto tutto il filmato dall'inizio alla fine, dove con un velo nostalgico, la Milano cinese, sembra ormai vincere su ciò che c'era un tempo...
Ma tralasciando questo aspetto, che può interessare come non, la storia della concessionaria Numero uno di Milano, è qualcosa per cui vale la pena soffermarsi. :ok:
Ci sono stato una volta, una sola volta e neanche per tanto tempo.
Ero di passaggio e mi fermai per vedere ciò di cui in molti mi parlavano.
Non era grande, anzi, mi stupii di quanto era piccola.
Mi aspettavo un gran posto con tanto spazio e tante vetrine, invece, era tutta lì in pochi metri. :confuso:
Non ho visto il Talamo e non mi ricordo le persone nel dettaglio.
Ho guardato le motociclette, quelle poche che c'erano, perché nel 1987 in vetrina c'era ben poco.
Non sono mai stato una da concessionaria, perché quando cominciano a parlare e ad imbonire, io mi spaziento e mi passa la poesia...
E difatti lì dentro non mi ha detto niente nessuno.
Ero un signor nessuno che passava di lì.
Il Talamo era certamente uno dal carattere non facile, e se a dirlo era uno che ci lavorava a stretto contatto, che per un anno è stato trattato come è stato trattato, possiamo ben capire che tipo di carattere avesse.
Negli Stati Uniti d'America le Harley Davidson erano motociclette non di élite, ma certamente più alla portata di tutti.
Altrimenti non si capirebbe perché una generazione del dopoguerra e anche quella dopo c'è andata in giro in anni dove di soldi, non è che ne avessero in tasca poi così tanti..
Genti di tutto i tipi.
Dai delinquenti, ai padri di famiglia.
Passando per hippie, nomadi, gente sbandata senza casa e senza terra.
Il Talamo vendeva le Harley Davidson ai milanesi ricchi e a tutti quelli che potevano spendere 24 milioni di lire e anche più.
È stato bravo, è stato molto bravo in quello.
Il posto era suo, sue erano le idee e ci faceva quello che voleva se andava bene così bene altrimenti uno poteva prendere la porta e andarsene.
Questa era la sua filosofia.
Io non la condivido perché non sono uno a cui piacciono quelli con il carattere così, però preferisco uno che ti dice le cose in faccia senza peli sulla lingua, che un falso che ti fa il sorriso davanti e poi chissà cosa dice di te alle spalle.
Harley Davidson deve molto a uno come il Talamo, ma invece che ricordarlo se lo sono dimenticati perché a quanto pare agli americani non interessa proprio.
Forse sarà interessato un tempo quando gente come dicono nel filmato Peter Fonda, andava lì a visitare la concessionaria...
Santo o demonio ormai non importa più.
Vero Palma, come dice Rocco, non ho peli sulla lingua, e se ne ho non sono miei.....
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Re: Un intervista interessante

Messaggio da Massimo »

Lone Wolf ha scritto: 06/12/2020, 9:36
Sedicesima Grifo ha scritto: 06/12/2020, 9:27 Quando ho preso la mia, sono andato in concessionaria direttamente di ritorno da Singapore, senza neppure passare da casa dall'aeroporto.
Il venditore esordisce dicendo di dover fumare una sigaretta e mi dice di aspettare.
Come no, che ho aspettato. La sigaretta l'ha fumata dopo, ha ricevuto commento negativo all'indagine della Casa e io ho preso la moto lì solo perché il meccanico è amico fraterno di un mio amico.
Quando, l'anno scorso, l'ho venduta, lo stesso venditore ha provato a offrirmi noccioline.
Bene: venduta dopo una settimana ad un privato ad un prezzo di 1000 Euro maggiore rispetto a quello che avrei chiesto alla concessionaria. Comprendo, ovviamente, che debbano garantire e guadagnarci ma per fesso non ci passo, in specie se mi dicono che, dicendo di no all'offerta, fossi andato un mese dopo avrei potuto prendere anche meno.
AhAh...Massimo è stato testimone di una mia proposta al conce HD di Legnano (uno che è IL RE delle teste di ca%%o)... Non capisco come certe realtà commerciali possano tenere ancora aperta l'attività...
Ho l'impressione che noi italiani si sia un popolo di acquirenti un po' coglioni...



Come dimenticare quel giorno! Ahahahah
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Re: Un intervista interessante

Messaggio da Massimo »

Di Carlo Talamo e della Numero 1 abbiamo scritto parecchie volte su questo forum.
Nel bene e nel male.
Il video non l'ho visto tutto, mi riservo di vederlo con più calma, ma i primi minuti penso siano già abbondantemente esaustivi.
Anch'io sono stato uno di quelli che è uscito incazzato dalla Numero 1....
Incazzato e deluso.
L'ho già raccontato parecchie volte e senza ripetermi, sintetizzo dicendo che, volevo dare dentro una moto per comprarne un'altra ma così non è stato...
Per Talamo ritirare una Ducati per giunta custom........
Figuriamoci.......
Fatto sta, che all'età di 19 anni, HD mi stava già abbondantemente sui coglioni...
E questo non grazie alle moto, ma purtroppo per colpa di chi le vendeva...
Da lì la mia scelta di optare per le custom giapponesi.
E come dice il tipo nell'intervista, che io ricordo all'epoca con decisamente più capelli e con un filo di barbetta (alcuni portavano anche una tuta blu e bianca), HD deve ringraziare le custom giapponesi per averle spianato la strada nel nostro paese come nel resto d'Europa.
E se lo dice uno che lavorava in ambiente Honda, per poi passare a vendere HD in Milano alle famiglie super benestanti, qualcosa di vero ci sarà.
Talamo aveva un fare arrogante..
Prima di incontrarlo leggevo su Motociclismo la copertina, dove lui scriveva i suoi poemi...
Erano anche fatti bene.
Tralasciando l'aspetto umano e guardando soltanto quello imprenditoriale, Talamo è stato in grado di fare quello che nessun altro si sarebbe mai aspettato.
Nemmeno gli stessi americani che il Palma ha citato, non avrebbero scommesso due lire sul successo di Harley Davidson in Italia.
Invece poi si sono dovuti ricredere, e hanno capito che nemmeno loro con le immense concessionarie e con il benessere che li contraddistingue, sono mai riusciti a fare quanto è riuscito a fare un piccolo uomo in una piccola concessionaria.
Facendo i debiti paragoni questo è quello che ne risulta.
Talamo vendeva le HD ai ricchi, ai figli dei ricchi e a tutti quelli che potevano permettersi di spendere fior di milioni per una moto di ferro.
Invece in America le HD, venivano per lo più vendute alla gente normale.
Non c'era nessuno negli USA, che ti piazzava una HD con lo stesso sistema usato da Talamo.
E di questo HD poi se n'è accorta, e con il tempo è successo quello che è successo.....
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