Ho visto tutto il filmato dall'inizio alla fine, dove con un velo nostalgico, la Milano cinese, sembra ormai vincere su ciò che c'era un tempo...
Ma tralasciando questo aspetto, che può interessare come non, la storia della concessionaria Numero uno di Milano, è qualcosa per cui vale la pena soffermarsi.
Ci sono stato una volta, una sola volta e neanche per tanto tempo.
Ero di passaggio e mi fermai per vedere ciò di cui in molti mi parlavano.
Non era grande, anzi, mi stupii di quanto era piccola.
Mi aspettavo un gran posto con tanto spazio e tante vetrine, invece, era tutta lì in pochi metri.
Non ho visto il Talamo e non mi ricordo le persone nel dettaglio.
Ho guardato le motociclette, quelle poche che c'erano, perché nel 1987 in vetrina c'era ben poco.
Non sono mai stato una da concessionaria, perché quando cominciano a parlare e ad imbonire, io mi spaziento e mi passa la poesia...
E difatti lì dentro non mi ha detto niente nessuno.
Ero un signor nessuno che passava di lì.
Il Talamo era certamente uno dal carattere non facile, e se a dirlo era uno che ci lavorava a stretto contatto, che per un anno è stato trattato come è stato trattato, possiamo ben capire che tipo di carattere avesse.
Negli Stati Uniti d'America le Harley Davidson erano motociclette non di élite, ma certamente più alla portata di tutti.
Altrimenti non si capirebbe perché una generazione del dopoguerra e anche quella dopo c'è andata in giro in anni dove di soldi, non è che ne avessero in tasca poi così tanti..
Genti di tutto i tipi.
Dai delinquenti, ai padri di famiglia.
Passando per hippie, nomadi, gente sbandata senza casa e senza terra.
Il Talamo vendeva le Harley Davidson ai milanesi ricchi e a tutti quelli che potevano spendere 24 milioni di lire e anche più.
È stato bravo, è stato molto bravo in quello.
Il posto era suo, sue erano le idee e ci faceva quello che voleva se andava bene così bene altrimenti uno poteva prendere la porta e andarsene.
Questa era la sua filosofia.
Io non la condivido perché non sono uno a cui piacciono quelli con il carattere così, però preferisco uno che ti dice le cose in faccia senza peli sulla lingua, che un falso che ti fa il sorriso davanti e poi chissà cosa dice di te alle spalle.
Harley Davidson deve molto a uno come il Talamo, ma invece che ricordarlo se lo sono dimenticati perché a quanto pare agli americani non interessa proprio.
Forse sarà interessato un tempo quando gente come dicono nel filmato Peter Fonda, andava lì a visitare la concessionaria...
Santo o demonio ormai non importa più.