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Perbacco Thom, non ci devi dire queste cose così tra il chiaro e lo scuro, ci potrebbe prendere un colpo!
Come per l'amico Massimo adesso mi hai installato la curiosità per cui la prossima volta che passi di qui, non mancare di raccontarci qualche aneddoto, nel frattempo preparo gli snack!

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mi sembra di essere quel personaggio di Alan Ford, il Numero Uno...
ad ogni modo, si, ho avuto, abbastanza a che fare con i Jap, del resto , a Perugia, con L' Università per Stranieri, fine anni 70, la comunità del Sol levante era numerosa, tanto da avere una squadra molto numerosa di Baseball, molti frequentavano l'accademia di Belle Arti, uno era un fotografo che lavorava, anche, per la Perugina, oltre a suonare chitarra flamenco, io giocavo a Baseball, lavoravo in uno studio grafico/pubblicitario che allestiva mostre, strettamente legato all' Accademia di Belle Arti e studiavo chitarra classica.... in più, l'ambiente dell? Universitàper Stranieri era pieno di? Vediamo se indovinate?
Ad ogni modo, quando mi trasferii a Milano, per fare lo scagnozzo in uno studio fotografico, avevo molti contatti con persone che, da Perugia, erano andate a Milano, alcuni Giapponesi, uno, oggi un artista affermato, con il quale praticavo Karate, altri che lavoravano nel commercio, i primi mesi, a parte le persone sul lavoro, frequentai molto il loro giro, molto divertente ed interessante, basti pensare che, nell'81, ristoranti Japponesi c'erano, si, un paio, ma di livello molto alto, inavvicinabili come costi e frequentati, perlopiù da manager......
Ad ogni modo persi completamente la testa per una Giapponese, qualche anno più grande di me, che lavorava per il corrispondente del nostro Ufficio per il Commercio Estero, già entrare nelle sue grazie fu una capriola, essere accettato, più o meno, nell'ambiente, ancora più difficile quando poi le offrii di venire a stare da me, lei doveva cambiare casa, io abitavo in Corso Monforte, 300 metri da S. Babila, la scusa era di dividere le spese (lei mooolto più danarosa di me) e che le restava comodo per il lavoro, la cosa fu considerata "scandalosa", del resto lei, per la loro mentalità dell'epoca , era quasi una zitella, io un Gaijin (un foresto

) si crearono parecchi attriti, ma, alla fine...più o meno, tutto riprese funzionare.
Come sono le Giapponesi?
sfatiamo un mito:
ce l'anno per lo stesso verso delle europee!!
scherzi a parte, ero giovane, mai provato prima a dividere spazi e gestione casalinga con altre persone, tantomeno con una "compagna", certo, dopo qualche altra esperienza, posso dire di essermi trovato molto bene, se c'era qualche intoppo di ordine pratico da sistemare, evitava assolutamente, di aggredire la questione al rientro a casa, lei tornava ad orari regolari e, sempre entro le 17, io... calcolando che, per arrotondare, oltre a fare lo scagnozzo (assistente) mi facevo "la nera" per i quotidiani e, qualche volta, lo sport, avevo orari variabili, ma, al rientro, ho sempre trovato un ambiente accogliente, qualche cosa da mangiare, insomma, un bel nido caldo, poi, dopo che uno era tranquillo, si affrontavano le cose con calma.
Questo modo di fare, mi disse, faceva parte della cultura, una cosa che viene insegnata... vero? non vero?
mi sembra, comunque, una cosa, intelligente e ne ho fatto tesoro.
Un anno e mezzo e, poi, mi sono dato alla macchia, diciamo che la cosa diventava troppo "stringente", troppo giovane, troppi profumi in giro, Milano mi aveva stufato, il lavoro iniziava ad essere ripetitivo, avevo ottenuto un ottimo contratto qui a Perugia e ritenevo che potesse essere un miglior punto di appoggio per la mia attività, o meglio, le attività...
La verità, mi sentivo in gabbia, dorata, ma sempre gabbia.....
a proposito, la moto, non è che la amasse proprio....... il mio Morini 3 1/2 truccato, poi....
provai con la Suzuki Gs 550 L ma non andò lo stesso.