Era una DYNA Super Glide Custom 1584cc, del 2009. Senza alcun supporto tecnologico, manco l’abs. Un solo disco anteriore. Tanta buona volontà ma niente di più. E portare un elefantino di oltre 300 kg, dopo essere sceso da moto più leggere e prestanti, era un pò una scommessa, ogni volta che superavo i 120 km/h: si fermerà, anche stavolta?
Poi, per motivi di salute, dopo poco tempo in sella alla dyna, ho dovuto decidere se mollare l’harley o mollare del tutto il mondo motociclistico. Ci sono rimasto dentro, a favore di una teutonica, di cui comunque, non posso che parlare bene. Pur di restare in sella, ero pronto a qualunque tipo di scelta.
La testa però era sempre tra i due cilindri a V.
Una volta che provi HD, o la odi o ti infatui, al punto tale da non voler possedere e guidare altro. E’ totalmente un altro intendere la moto. Con quelli che, per molti, sono difetti ma che per noi sono peculiarità normali. Ma che vi sto a raccontare….
Per cui, ad una certa, mi sono convinto a ridar via la BMW e cercare di nuovo una HD, incrociando le dita, con la speranza di riuscire a poterla guidare senza problemi, stavolta.
Però, ho fatto una scelta un pò più mirata e razionale: ho puntato tutto sull’immagine (volevo un BOBBER, col ruotone davanti) e sulla fruibilità a 360 gradi (la volevo “leggera” e maneggevole). Non volevo più l’incubo delle cromature, da dover lucidare tutti i giorni. E soprattutto la volevo con l’ape hanger e le pedane avanzate.
Ristretto il campo alle “vecchie” sportster, perchè le nuove sono tutto muscoli e poco stile, ho dopo poco isolato due modelli: la IRON 1200 e la FORTY EIGHT 1200.
Solo che in effetti, quello che rientrava nei miei canoni estetici, era una via di mezzo tra le due: una forty eight cone le due ruote da 16” ma col manubrio alto della iron e il serbatoio da 12 lt, al posto del famoso peanut da 8 lt, accattivante ma poco funzionale, ai fini dell’autonomia.
(Poi invece, mi sono ricreduto...e mi sono tenuto il peanut).
Dopo un bel pò di tempo a cercare, la scelta ricade su una, appunto, forty eight del 2014, ben accessoriata, con un chilometraggio nella media, a pochi km da casa e soprattutto a buon prezzo. Nonostante non fosse perfetta, dal punto di vista estetico, meccanicamente, il mio ex tecnico HD, anche meccanico dell’attuale proprietario, mi assicura che la moto è ok, anche di più.
Io sono uno pragmatico, che bada al sodo. E i segni del tempo, su una motocicletta usata, fanno parte del gioco. Sono le rughe del passare del tempo. E comunque, nulla di grave o che non si possa mettere a posto con una verniciata.
Portata a casa, la prima cosa che ho fatto è stata eliminare la borsa in cuoio laterale, il cupolino fuori stilee la parabola led, che su una riedizione degli anni 50, non va bene. Ho poi montato un monosella con dietro un piccolo portapacchi in metallo. La sella doppia in dotazione, in effetti, era troppo touring per i miei gusti. Ne ho poi trovato una più aggraziata, che segue bene la linea della moto.
Un’altra modifica che farò in seguito, sarà riportare il portatarga nella posizione originaria, cioè sulla ruota. Al momento è montato il portatarga laterale, che a me non è mai piaciuto molto.
Altri piccoli aggiustamenti (cambio olii, far passare i cavi elettrici dentro il manubrio e sostituire il sensorino della folle…) e posso affrontare la stagione senza troppe ansie. Il prossimo inverno deciderò se e come affrontare la questione estetica. L’idea è quella di riverniciarla verde militare opaco, con richiami arancio scuro...si vedrà.
Ma come va sta moto?
E’ rigida. Molto rigida. Più rigida della mia precedente. E questo, pensa te, è stato un dei motivi per cui ho abbandonato il mondo harley. Ma nel frattempo, complice un po' di palestra e un po' di fisioterapia, ho quasi eliminato (leggi “tamponato”) il problema alla schiena, per cui riesco a stare in sella anche un’oretta di seguito, asfalto e cu*o permettendo.
Frena. E anche bene, direi. Che per una harley è una cosa inconsueta. Il vecchio proprietario ha fatto montare tubi in treccia metallica, che aiutano molto. E poi non pesa uno sproposito come la dyna.
Prestazioni entusiasmanti per una harley e nella fattispecie, per una sportster 1200. Una coppia degna di essere chiamata tale e, se si ha pelo sullo stomaco, si toccano i 200 in poca strada. (vabbè..stage one bello pompato, al banco..).
Ciclistica inesistente, che ti ricorda che le curve vanno affrontate con molto rispetto e attenzione. Ma se volevo curvare forte, mi tenevo la BMW.
Vibra e fa casino. Perchè è una Harley Davidson.
Consuma poco: a 100km/h di media, arriva a fare anche 25km/l.
E comunque non è mai scesa sotto i 20.
Credo di aver fatto una scelta azzeccata, per i miei gusti e le mie esigenze.
Una moto che mi piace molto esteticamente e che mi permette di “viaggiare” come piace a me. Non sono né un moto viaggiatore, né uno che controlla se ha chiuso la gomma, a fine giro. Non lo sono mai stato e non ne sono capace. Per me la moto, a 50 anni, è solo un mezzo di evasione e piacere. Mi godo la strada e il viaggio, mi fermo per un aperitivo, mi guardo nelle vetrine (e penso che starei ancora meglio in sella, se avessi meno panza!), perdo tempo in garage a fare inutili controlli.
E so che nel week end, lei è li ad aspettarmi, con la speranza che parta...perchè è pur sempre una Harley Davidson.
Chi lo dice che la sportster sia una moto di passaggio? E’ solo una questione di gusto ed esigenze. Quando avrò la voglia e la possibilità di fare viaggi un po' più lunghi in moto, probabilmente affiancherò qualcos’altro di più idoneo. Ma per andare al mare o a farmi una birra a qualche qualche raduno in zona, la forty eight è l’ideale.

