
Spesso quando parlo con alcune persone mi sento dire tutto il contrario e cioè che il lavoro che fanno non è quello che gli piace fare, ma che lo fanno perché bisogna andare avanti e quando si ha una famiglia da mantenere...

Personalmente mi viene da dire che in certi ambiti sono anche stato non dico fortunato, ma abbastanza agevolato sotto certi aspetti, perché in quegli anni in cui cercavo una precisa identità lavorativa, c'erano ancora abbastanza possibilità per un uomo di farsi la sua strada.
Sono passato dal fare l'autista privato che una volta si chiamava chaffeur per un industriale di lingua francese qui in Svizzera, per poi sempre attraverso lui, essere introdotto in altri ambiti che non riguardavano più quel tipo di mansione.
Ho viaggiato molto in quel senso ma sempre avendo davanti nella linea dell'orizzonte, la stella argentea a tre punte e per un certo periodo, lo spirito dell'estasi.
