Che musica ascoltiamo di bello?

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Sedicesima Grifo
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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Sedicesima Grifo »

Beh, certo. Conosco il significato :ok:

Certo che il testo di One step beyond non passerà alla storia per la complessità...

Adoro questa versione di It's my life:

https://youtu.be/A7ColPiBJgA
Morale Folgore: meraviglioso!

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Lone Wolf

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Lone Wolf »

Breve Storia Di Un Falso Italiano

Adagio Di Albinoni o Adagio In Sol Minore


Molti dei lavori di Albinoni andarono irrimediabilmente perduti durante la seconda guerra mondiale, a causa della distruzione della Libreria di Stato di Dresda, unica biblioteca a possedere partiture autografe albinoniane. Ed è proprio da questo evento che inizia l’arcano relativo al famoso adagio

di Nicola Chinellato

La fama di Tomaso Albinoni, compositore e violinista veneziano vissuto a cavallo tra la seconda metà del XVII° secolo e la prima metà del XVIII° secolo, è legata indissolubilmente al celeberrimo adagio in sol minore. Non tutti sanno però che quel brano, che tante volte abbiamo ascoltato in televisione e che è stato inserito nella colonna sonora di numerosi film di successo, non fu in realtà composto da Albinoni.

Costui era un personaggio davvero singolare, lontano anni luce dai clichè e dalle convenzioni del mondo in cui viveva. Nonostante fosse un valente violinista e un brillante compositore, Albinoni amava definirsi, non senza un pizzico di autoironia, “musico di violino, dilettante veneto”; invece di cercare la fama e i facili guadagni con la propria arte, disdegnava di esibirsi in pubblico, componeva solo per diletto (scrisse musica sacra, cantate, musica teatrale -circa cinquanta opere- e strumentale) e, per un innata propensione all’autonomia intellettuale, a differenza di quasi tutti i colleghi dell’epoca, si teneva alla larga dai mecenati, che pagavano profumatamente, ma imponevano i temi delle composizioni.

Molti dei suoi lavori andarono irrimediabilmente perduti durante la seconda guerra mondiale, a causa della distruzione della Libreria di Stato di Dresda, unica biblioteca a possedere partiture autografe albinoniane. Ed è proprio da questo evento che inizia l’arcano relativo al famoso adagio. In quegli anni, c’è un noto musicologo romano, Remo Giazotto, che acquista meriti accademici studiando e catalogando la musica barocca, con particolare riferimento all’opera di Albinoni.

Costui dichiarò di essersi imbattuto in una serie di frammenti di composizione del musicista veneziano, ritrovati proprio tra le macerie della biblioteca di Stato di Dresda, in base ai quali sarebbe riuscito a ricostruire un movimento lento di sonata (o di concerto) in sol minore, per archi e organo: il famoso adagio di Albinoni, appunto. In realtà, qualche tempo dopo, e per l’esattezza nel 1998, anno della morte del “fantasioso” musicologo, si scoprì che l’adagio di Albinoni altro non è che una composizione originale dello stesso Giazotto, dal momento che nessun frammento o registrazione è stato mai trovato in possesso della Biblioteca Nazionale Sassone.

Come abbia fatto Giazotto (peraltro accusato poi di aver manipolato anche partiture vivaldiane) a convincere per circa quarant’anni il mondo accademico della autenticità dell’adagio, resta un mistero. Di certo, quello perpetrato dal musicologo (e, a questo punto direi anche musicista, romano) risulta uno dei più clamorosi falsi della storia della cultura italiana (al pari, credo, delle teste di Modigliani falsificate da quattro buontemponi livornesi).

Ciò che appare indubitabile è che l’adagio è una musica bellissima, così struggente nel suo andamento malinconico, da aver rapito i cuori di milioni di ascoltatori e da aver acquisito una fama ben più vasta di quella che ebbe il suo presunto autore; tanto coinvolgente ed emozionante da essere stata inserita nella colonna sonora di svariati film (Gli Anni Spezzati di Peter Weir su tutti), da essere stata utilizzata o reinterpretata da molti musicisti rock (i Doors nell’album An American Player del 1978), e da aver accompagnato eventi ufficiali, quali i funerali di Enrico Berlinguer nel 1984 e Margareth Thatcher nel 2013. Una meraviglia, insomma, con cui Albinoni, pur non avendo meriti, è riuscito a scrivere il proprio nome nell’immaginario collettivo dell’umanità.
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Palmambrogio
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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Palmambrogio »

Perbacco non sapevo questa storia.
È un brano che ho sempre ascoltato, ma che fosse un falso rifatto da un musicista più recente non me lo immaginavo proprio. :wowo!!:
A questo punto non posso che dire bravo al musicista che lo ha composto perché certamente è bellissimo.
Sarà un falso a livello di nome del compositore, ma in quanto a bellezza non ha nulla da invidiare a opere di quel periodo storico. :ok:
Il paradiso può attendere! :saggio: :ciapet2:
Sedicesima Grifo
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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Sedicesima Grifo »

Lone Wolf ha scritto: 18/11/2020, 11:06 Breve Storia Di Un Falso Italiano

Adagio Di Albinoni o Adagio In Sol Minore


Molti dei lavori di Albinoni andarono irrimediabilmente perduti durante la seconda guerra mondiale, a causa della distruzione della Libreria di Stato di Dresda, unica biblioteca a possedere partiture autografe albinoniane. Ed è proprio da questo evento che inizia l’arcano relativo al famoso adagio

di Nicola Chinellato

La fama di Tomaso Albinoni, compositore e violinista veneziano vissuto a cavallo tra la seconda metà del XVII° secolo e la prima metà del XVIII° secolo, è legata indissolubilmente al celeberrimo adagio in sol minore. Non tutti sanno però che quel brano, che tante volte abbiamo ascoltato in televisione e che è stato inserito nella colonna sonora di numerosi film di successo, non fu in realtà composto da Albinoni.

Costui era un personaggio davvero singolare, lontano anni luce dai clichè e dalle convenzioni del mondo in cui viveva. Nonostante fosse un valente violinista e un brillante compositore, Albinoni amava definirsi, non senza un pizzico di autoironia, “musico di violino, dilettante veneto”; invece di cercare la fama e i facili guadagni con la propria arte, disdegnava di esibirsi in pubblico, componeva solo per diletto (scrisse musica sacra, cantate, musica teatrale -circa cinquanta opere- e strumentale) e, per un innata propensione all’autonomia intellettuale, a differenza di quasi tutti i colleghi dell’epoca, si teneva alla larga dai mecenati, che pagavano profumatamente, ma imponevano i temi delle composizioni.

Molti dei suoi lavori andarono irrimediabilmente perduti durante la seconda guerra mondiale, a causa della distruzione della Libreria di Stato di Dresda, unica biblioteca a possedere partiture autografe albinoniane. Ed è proprio da questo evento che inizia l’arcano relativo al famoso adagio. In quegli anni, c’è un noto musicologo romano, Remo Giazotto, che acquista meriti accademici studiando e catalogando la musica barocca, con particolare riferimento all’opera di Albinoni.

Costui dichiarò di essersi imbattuto in una serie di frammenti di composizione del musicista veneziano, ritrovati proprio tra le macerie della biblioteca di Stato di Dresda, in base ai quali sarebbe riuscito a ricostruire un movimento lento di sonata (o di concerto) in sol minore, per archi e organo: il famoso adagio di Albinoni, appunto. In realtà, qualche tempo dopo, e per l’esattezza nel 1998, anno della morte del “fantasioso” musicologo, si scoprì che l’adagio di Albinoni altro non è che una composizione originale dello stesso Giazotto, dal momento che nessun frammento o registrazione è stato mai trovato in possesso della Biblioteca Nazionale Sassone.

Come abbia fatto Giazotto (peraltro accusato poi di aver manipolato anche partiture vivaldiane) a convincere per circa quarant’anni il mondo accademico della autenticità dell’adagio, resta un mistero. Di certo, quello perpetrato dal musicologo (e, a questo punto direi anche musicista, romano) risulta uno dei più clamorosi falsi della storia della cultura italiana (al pari, credo, delle teste di Modigliani falsificate da quattro buontemponi livornesi).

Ciò che appare indubitabile è che l’adagio è una musica bellissima, così struggente nel suo andamento malinconico, da aver rapito i cuori di milioni di ascoltatori e da aver acquisito una fama ben più vasta di quella che ebbe il suo presunto autore; tanto coinvolgente ed emozionante da essere stata inserita nella colonna sonora di svariati film (Gli Anni Spezzati di Peter Weir su tutti), da essere stata utilizzata o reinterpretata da molti musicisti rock (i Doors nell’album An American Player del 1978), e da aver accompagnato eventi ufficiali, quali i funerali di Enrico Berlinguer nel 1984 e Margareth Thatcher nel 2013. Una meraviglia, insomma, con cui Albinoni, pur non avendo meriti, è riuscito a scrivere il proprio nome nell’immaginario collettivo dell’umanità.
Interessantissimo sia per la storia in sé sia per le citazioni.
Grazie.
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Massimo
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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Massimo »

La prima volta che ho sentito l Adagio in sol Minore di Albinoni correva l'anno 1976.
Perché tanta precisione?
In quell'anno trasmisero per la prima volta in Italia la serie televisiva Spazio 1999.
Nell'episodio intitolato "Il dominio del drago", in una scena particolare (al minuto 12:43), si sente iniziare il brano come colonna sonora di un lungo viaggio dell'equipaggio di un'astronave.

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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Lone Wolf »

Massimo ha scritto: 18/11/2020, 12:56 La prima volta che ho sentito l Adagio in sol Minore di Albinoni correva l'anno 1976.
Perché tanta precisione?
In quell'anno trasmisero per la prima volta in Italia la serie televisiva Spazio 1999.
Nell'episodio intitolato "Il dominio del drago", in una scena particolare (al minuto 12:43), si sente iniziare il brano come colonna sonora di un lungo viaggio dell'equipaggio di un'astronave.


Quanto mi prendeva Spazio 1999.....


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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Massimo »

Lone Wolf ha scritto: 18/11/2020, 13:51
Massimo ha scritto: 18/11/2020, 12:56 La prima volta che ho sentito l Adagio in sol Minore di Albinoni correva l'anno 1976.
Perché tanta precisione?
In quell'anno trasmisero per la prima volta in Italia la serie televisiva Spazio 1999.
Nell'episodio intitolato "Il dominio del drago", in una scena particolare (al minuto 12:43), si sente iniziare il brano come colonna sonora di un lungo viaggio dell'equipaggio di un'astronave.


Quanto mi prendeva Spazio 1999.....


Eccazzo siamo quasi al 2021!!!
In effetti conosco un modo per non invecchiare....una perla di saggezza che me passò mio padre...se non vuoi invecchiare, è semplice. Muori giovane...


Spazio 1999 è stata una delle serie più belle che io abbia mai visto. E la guardavo con tutta la famiglia.
Una serie adulta e non per bambini, specialmente la prima.
Avevo anche l'album Figurine Panini di Spazio e nel Natale '76, ho ricevuto in regalo due modellini Dinky Toys della famose Aquila.
Inoltre con gli altri bambini vicini di casa, giocavamo a Spazio in cortile, costruendo col Lego il laser e il teleblocco apriporte.
Credo sia stata a suo modo, una serie che mi ha insegnato molto.
Avveniristica, ma con momenti intensi e psicologici.
Credo di essere stato l'unico bambino delle mie scuole elementari, a canticchiare l'Adagio.
Ahahah
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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Palmambrogio »

Perbacco questa serie televisiva me la ricordo perfettamente anch'io! :hola:
La trasmettevano sul canale Rai mi sembra di ricordare la sera, ma non ricordo l'orario.
Ho visto il filmato e sono andato al minutaggio consigliato ed effettivamente, c'è il brano dell'Adagio che parte molto basso.
Perfetto con il contesto dello spazio cosmico. :ok:
Anche molto triste se vogliamo.
Io guardavo anche UFO.
I più vetusti lo ricorderanno, il biondo tenente e le ragazze lunari dai capelli viola. :ok:
Il paradiso può attendere! :saggio: :ciapet2:
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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Sedicesima Grifo »

Non ho mai amato il genere. Giusto dove c'era Spock ma, anche quello, per breve tempo.
Star Trek mi mette pure ansia. Mai visto per più di tre minuti.
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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Messaggio da Palmambrogio »

Sedicesima Grifo ha scritto: 18/11/2020, 18:42 Non ho mai amato il genere. Giusto dove c'era Spock ma, anche quello, per breve tempo.
Star Trek mi mette pure ansia. Mai visto per più di tre minuti.


Non ti piace la fantascienza insomma? Del resto non a tutti quanti può piacere.
Io ancora mi diverto ogni tanto a guardare i film di fantascienza anni 50 60. :ok:
Il paradiso può attendere! :saggio: :ciapet2:
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