Arabi.......pazzi per le due ruote!!!!
Inviato: 08/04/2013, 18:15
I sovrani di Giordania sono da sempre amanti della motocicletta. Il defunto re Hussein possedeva una celebre Harley Davidson e suo figlio Abdullah II ha ereditato dal padre la passione per le due ruote. Ma il genere, racconta il quotidiano libanese Daily Star, sta letteralmente dilagando nel regno hascemita, dove per più di due decenni le moto sono state proibite per ragioni di “pubblica sicurezza”. I tempi, come i gusti, cambiano. Al punto che Calude Aubry, ex cuoco della casa reale formatosi con il super chef francese Paul Bocuse, ha abbandonato i fornelli per dedicarsi al business emergente e ha aperto una concessionaria di Harley a pochi chilometri dalla capitale Amman. In più, tanto per dimostrare che fa sul serio, ha fondato il club di centauri “Kingdom of Jordan Chapter” a cui sono attualmente associati 220 membri di cui 24 donne. “In Giordania le moto sono legate ai vecchi film o alle bande, ma le moto non sono solo un mezzo di trasporto” racconta Abry. La sua prossima tappa, dice, è allargarsi nel Kurdistan iraqeno sfruttando il boom economico della regione.
Se il famoso volume “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” descriveva una dimensione quasi mistica dell’avventura on the road su due ruote, il mondo arabo filosofeggia meno ma si lancia con eguale entusiasmo anche quando la dimistichezza lascia un po’ a desiderare. Come dimostra il caso di Gaza, dove quattro, cinque anni fa sono iniziati ad arrivare attraverso i tunnel di Rafah dei fiammanti e appetibili modelli cinesi. Così, quello che sembrava un irragiungibile status sociale nella Striscia abituata a muoversi su carretti trainati da somari, è diventato una moda grazie ai prodotti made in Cina acquistabili per 700 dollari. Per mesi le strade sterrate tra Rafah e Gaza City sono state invase del polverone dei provetti centauri alle prese con cambi, marce, freni e, invevitabilmente, incidenti. Oggi moltissimi giovani posseggono una moto e quando il padre non la sequestra per portare moglie e figli piccoli al mercato si dilettano esibendo un’abilità nuova di zecca.
L’Arabia Saudita non è da meno. Almeno per quanto riguarda gli uomini. Sì perché mentre le donne si stanno ancora battendo per il diritto di guidare l’automobile e devono accontentarsi della recente concessione della gita in bicicletta se supervisionata da un tutore, mariti e figli possono invece disporre di una vasta gamma di bolidi a due ruote, soprattutto quelli che si trovano nuovi e di seconda mano al mega mercato di Jeddah. E nella rivoluzionaria piazza Tahrir, icona dell’Egitto che volta pagina? Risolvere il problema del traffico era uno dei primi punti del programma (mai attuato) del neoeletto presidente Morsi e, con buona pace dei tassisti simbolo del Cairo, moto, motorini o scooter garbano ai giovani protagonisti degli ultimi due anni più della polverosa metropolitana.
D’altra parte, vecchi scarponi o prototipi appena lanciati, le moto sono congeniali alla gente del deserto. Non fu proprio a bordo di un vecchio cinquantino che il famigerato mullah Omar riuscì a fuggire dall’accerchiamento di decine di mujaheddin e di marines appostati intorno a Baghram nel gennaio del 2002?
(Tratto da La Stampa)
Se il famoso volume “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” descriveva una dimensione quasi mistica dell’avventura on the road su due ruote, il mondo arabo filosofeggia meno ma si lancia con eguale entusiasmo anche quando la dimistichezza lascia un po’ a desiderare. Come dimostra il caso di Gaza, dove quattro, cinque anni fa sono iniziati ad arrivare attraverso i tunnel di Rafah dei fiammanti e appetibili modelli cinesi. Così, quello che sembrava un irragiungibile status sociale nella Striscia abituata a muoversi su carretti trainati da somari, è diventato una moda grazie ai prodotti made in Cina acquistabili per 700 dollari. Per mesi le strade sterrate tra Rafah e Gaza City sono state invase del polverone dei provetti centauri alle prese con cambi, marce, freni e, invevitabilmente, incidenti. Oggi moltissimi giovani posseggono una moto e quando il padre non la sequestra per portare moglie e figli piccoli al mercato si dilettano esibendo un’abilità nuova di zecca.
L’Arabia Saudita non è da meno. Almeno per quanto riguarda gli uomini. Sì perché mentre le donne si stanno ancora battendo per il diritto di guidare l’automobile e devono accontentarsi della recente concessione della gita in bicicletta se supervisionata da un tutore, mariti e figli possono invece disporre di una vasta gamma di bolidi a due ruote, soprattutto quelli che si trovano nuovi e di seconda mano al mega mercato di Jeddah. E nella rivoluzionaria piazza Tahrir, icona dell’Egitto che volta pagina? Risolvere il problema del traffico era uno dei primi punti del programma (mai attuato) del neoeletto presidente Morsi e, con buona pace dei tassisti simbolo del Cairo, moto, motorini o scooter garbano ai giovani protagonisti degli ultimi due anni più della polverosa metropolitana.
D’altra parte, vecchi scarponi o prototipi appena lanciati, le moto sono congeniali alla gente del deserto. Non fu proprio a bordo di un vecchio cinquantino che il famigerato mullah Omar riuscì a fuggire dall’accerchiamento di decine di mujaheddin e di marines appostati intorno a Baghram nel gennaio del 2002?
(Tratto da La Stampa)