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Balengo ha scritto: ↑29/02/2024, 8:49 Casso....
La mia esperienza come motociclista non è vasta come quella di alcuni di voi.
Ma io mi sento dentro al discorso.
Parte di questo mondo anche se dio bon.....vorrei fare di più...
Di più perché siamo sempre di corsa..
Il fine settimana dovrebbe essere lungo una settimana!!...
Comunque sono d'accordo che se c'è vera passione e mi scortico le mani se non ci vado, sei motociclista dentro e fuori.
O almeno penso.
Ma è importante saperlo?
C'è una etichetta anche per questo?
Perché a me stanno sulle balle tutti quei discorsi di chi ce l'ha più lungo e di chi ce l'ha più corto.
Di chi fa tanta strada e chi meno..
Quanti km al giorno/mese/settimana...
Frega un casso!..
Non calcolo queste cose.
Non le vedo neanche.
Mi piace la moto e basta.
Poi non ci sto troppo a pensare.
Certo, mi piacerebbe andarci di più.
Ma vado in base alle mie possibilità e sono felici se altri possono fare di più.
Buon per loro.

Ognuno è libero di fare quello che vuole.
Anche di comprarsi una moto da pista e di farci il giro del paesino.
La felicità personale non deve essere guastata da banalità di questo tipo.
C'è chi viaggia molto in moto e chi invece, preferisce godere di giretti semplici per quello che può.
Questo non lede l'appartenenza al mondo motociclistico.

Miei cari amici mi fa piacere constatare, che l'argomento proposto ha suscitato interesse
Ero dubbioso se scriverne o meno, perché mi sembrava una cosa abbastanza particolare.
Quasi banale come qualcuno ha scritto.
Ma ritengo che molto spesso, questo discorso venga come dire, preso un po' sotto gamba specialmente quando un motociclista si può dire alla fine della sua carriera...
E perciò sentirsi dire certe cose, ha chiaramente animato in me certi pensieri che giustamente non potevano rimanere dov'erano.
Io sono sempre stato dell'idea, che se si entra con anima e corpo nel mondo delle motociclette ci si dedica a questa grande passione. Quando questa passione termina per età o per altri problemi, non termina ciò che si è stati ciò che si è, e tantomeno, non si perde mai l'etichetta, la bellissima etichetta di motociclista.
Che si giri il mondo o che si vada trotterellando nelle strade di lago o di montagna da noi tanto amate, non vi è nessuna differenza.
Taluni faranno moltissimi chilometri e vedranno posti del mondo che altri non vedranno mai.
Ma quando siete alla guida della vostra amata motocicletta, qualsiasi panorama per voi risulta meraviglioso.
E ogni tappa, un nuovo mondo da scoprire.

Motociclista è, chi motociclista si sente.

Bob107 ha scritto: ↑29/02/2024, 19:36 Motociclista è, chi motociclista si sente.

Un motociclista non si valuta dai chilometri che fa, ma dalla passione che porta dentro per la moto e la passione non la si vende con la motocicletta, se uno ce l'ha continuerà ad averla con o senza una moto sotto il sedere........

Walter-- ha scritto: ↑29/02/2024, 20:42 Un motociclista non si valuta dai chilometri che fa, ma dalla passione che porta dentro per la moto e la passione non la si vende con la motocicletta, se uno ce l'ha continuerà ad averla con o senza una moto sotto il sedere........

Sacrosanto!

Però giustamente, chi in motocicletta per un motivo o per l'altro non ci va più, si sentirà tale, ma in un certo senso a metà..
Credo sia altamente sintomatico.
Il ricordo di qualcosa che si ha avuto, non è mai come quello di averlo ancora.

Palmambrogio ha scritto: ↑03/03/2024, 8:39 Però giustamente, chi in motocicletta per un motivo o per l'altro non ci va più, si sentirà tale, ma in un certo senso a metà..
Credo sia altamente sintomatico.
Il ricordo di qualcosa che si ha avuto, non è mai come quello di averlo ancora.

Percepisco una nota di tristezza o mi sbaglio?
Da te casso è impossibile oppure lo è?

Palmambrogio ha scritto: ↑03/03/2024, 8:39 Però giustamente, chi in motocicletta per un motivo o per l'altro non ci va più, si sentirà tale, ma in un certo senso a metà..
Credo sia altamente sintomatico.
Il ricordo di qualcosa che si ha avuto, non è mai come quello di averlo ancora.

Credo sia un sentimento molto comune provare nostalgia e senso di incompletezza, quando si nutre una passione per qualcosa che, ad un certo punto, non si può più praticare per un qualsiasi motivo.
Ancor più se questo momento arriva dopo una scelta "obbligata".
È normale questo.
Diversamente è quando questa passione raggiunge un livello di soddisfazione tale da permettere, poi un giorno, di chiudere il cerchio con più, diciamo così, serenità.

In ogni caso la passione resta per sempre parte di noi e ci accompagnerà per tutta la vita.

È normale e sarebbe strano il contrario.
Ho sempre pensato a quel giorno (che potrebbe non essere così lontano), scacciando l'idea sul nascere..
Ma così è la vita.
Se nulla è per sempre anche le nostre passioni sono soggette a questa regola di vita.
Basta arrivare a quel giorno in totale serenità e completezza.
Il poi conta poco.