Massimo ha scritto: ↑04/08/2022, 18:38
Ammetto che a suo tempo l'esperienza dei club indipendenti mi è servita moltissimo.
Innanzitutto ho capito un po' tardi ma l'ho capito, che non era il mio ambiente ideale.
Poi, mi ha messo davanti ad una realtà, quella della pseudo fratellanza.
Un valore sbandierato qua e là, ma completamente privo di basi reali e solide.
La fratellanza, le strette di mano alla biker, il sentirsi dire "tu sei mio fratello" e gli abbracci con pacche sonore sul gilet.....forse nei film.
Nella realtà, contano meno di zero.
Il giorno che esci, o stai sulle balle a qualcuno, tutte quelle pantomime finiscono di schianto...
Questa è la mia esperienza e purtroppo è stata da quel punto di vista negativa.
Ma immagino ci siano altri gruppi che vanno avanti benissimo, che si vogliono un gran bene, sono tutti fratelli ecc ecc.
Buon per loro.
I club indipendenti.. eeh già!
Un giorno, dopo essermi motorizzato, sono stato invitato da un amico, membro (ormai da diversi anni) di un noto club di motociclisti.
Mi disse: "ti va di andare a bere una birra al club?"
"Volentieri!" risposi io.
Già prima, avevo avuto modo di parlare con lui, di questo attaccamento al club e mi spiegava come si entra a farne parte. Avviene tramite un membro, il quale ti presenta al resto del gruppo, mi parlava di cosa facevano, come erano organizzati all'interno, quali erano i loro compiti, del valore della patch, della fratellanza ecc. ecc.
Tutte cose, diciamo così, apparentemente belle.
Comunque per farla breve, andai e conobbi delle persone membri, che mi presentò lui stesso e, per carita, devo dire tutti gentili, ospitali e a disposizione, serata insomma piacevole ma finita lì.
Qualche giorno dopo mi chiese se ero stato bene, se mi piaceva l'ambiente e io risposi di sì ma aggiunsi che più di tornarci, eventualmente, per bere una birra, così, sporadicamente, non potevo.
Questo semplicemente perché non sono riuscito a cogliere, il senso di aggregazione sviluppata in quel modo.
Sapevo che quando entri a farne parte, fai una sorta di gavetta e sei "sotto esame", devi essere disponibile e, in un certo senso, servizievole con tutti, dedicare tempo al club dandogli anche una certa priorità.
Poi, se fai il bravo, qualche anno dopo arriva la famosa patch che puoi finalmente cucirti addosso, da poter sfoggiare come una sorta di promozione.. di coppa del mondo, quasi il coronamento di un sogno.
Da quel momento è come se sei stato accettato ufficialmente e finalmente sei uno di loro a tutti gli effetti.
Un fratello che si è guadagnato il loro rispetto
In altre occasioni mi è capitato di sentir dire che non è per tutti, serve spirito di sacrificio, bisogna sapersi adattare, comportarsi bene, attenersi ad una sorta di disciplina, di regole da rispettare, con la sua gerarchia interna e cose così.
mmmm...
forse ne so qualcosa.
Caspita! ..quasi un secondo lavoro per me! Pensai, c'è anche la divisa.. il gilet in pelle con le patch, per cui, non mancava niente!
Però, onestamente, non è quello che cerco.
Faccio già un certo tipo di lavoro e addentrarmi in un contesto dove devi seguire degli schemi, per me, sarebbe stata una forma di masochismo di cui proprio non ho bisogno.
Alla mia età poi non ho tutta questa fantasia di vincolarmi con nessuno ma preferisco semplicemente godermi l'esperienza da motociclista in piena libertà.
Come ho già detto, cerco più che altro rapporti più liberi, spontanei, dove conta andare in moto e stare bene con se stessi e con gli altri.