Electra Glide
Inviato: 20/09/2010, 22:57
Se si dovesse premiare il prodotto più rappresentativo dell'intera produzione Harley-Davidson, sarebbero in molti a indicare senza ombra di dubbio l'Electra Glide.
È questo infatti il modello che vanta le dimensioni maggiori, la più elevata capacità di carico e, secondo un parere largamente diffuso tra i cultori del marchio, anche la personalità più spiccata.
Se si dovesse dare la palma al modello più rappresentativo di 100 anni di produzione H-D, sarebbero in molti a indicare senza alcun dubbio un unico nome: l'Electra Glide.
Si tratta di una serie fortunata e longeva, che ha finito per incarnare appieno i valori estetici della Casa di Milwaukee.
È quella che si vede in tutti i film americani dove compaiono i poliziotti motociclisti.
L'Electra Glide, forse più degli altri modelli H-D, piace moltissimo o non piace per niente.Prendere o lasciare.
A guardare la sua carriera, cominciata nel 1966 e mai più interrotta, si direbbe che continui a piacere tantissimo.
Quando viene presentata, nel 1965, l'Electra è la terza in successione nella famiglia delle "Glide".
La prima a comparire sul mercato è la Hydra Glide 1200 del 1949, così denominata perché adotta come sospensione anteriore una forcella teleidraulica, un deciso passo avanti rispetto alle formule precedenti.
La sospensione posteriore manca invece completamente. Per migliorare il comfort, la Hydra Glide viene sostituita nel 1958 dalla Duo Glide 1200 che, come si intuisce già dal nome, di sospensioni ne ha finalmente due: oltre alla forcella teleidraulica anteriore c'è anche il forcellone oscillante posteriore.
Ma manca ancora qualcosa.
La moto è più confortevole, è vero, ma resta l'inconveniente dell'avviamento a pedivella.
Ecco quindi il terzo step evolutivo: una Duo Glide con avviamento elettrico, denominata quindi Electra Glide.
L'obiettivo è centrato: resta il fascino delle corpose Glide, con le innovazioni che le mettono a disposizione di un pubblico più ampio.
I modelli sono in realtà due: alla versione standard comfort sulle siglata ufficialmente FL viene affiancata la più potente FLH (H da Hot, cioè "calda", con riferimento al più elevato rapporto di
compressione).
La prima serie della Electra è particolare perche monta ancora il motore 1200 delle Glide precedenti, ovvero quello denominato "Panhead" per la forma "a padella" delle coperture dei bilancieri.
È una serie oggi particolarmente ricercata dai collezionisti, perché rimane in listino solo un anno.
Già nel 1966 viene infatti commercializzata la serie successiva con un nuovo motore, denominato "Shovelhead" per la forma "a badile" della testa.
Il grande cambiamento è dato dalla sommità dei cilindri, ora realizzata in lega di alluminio per ridurre il peso e aumentare la dispersione del calore. Restano due particolari un pò datati.
Il primo consiste nella pedivella di avviamento, una precauzione in realtà necessaria perché i primi dispositivi elettrici non sono impeccabili in condizioni di elevata umidità.
Il secondo è il comando del cambio a mano, in effetti offerto in alternativa a quello a pedale fino al 1972.
Su strada l'Electra Glide si difende molto meglio di quanto il suo peso e le sue dimensioni potrebbero far pensare.
La maneggevolezza risulta sorprendente, il baricentro basso consente di svicolare nel traffico con agilità.
Resta un po' scarsa la frenata: le prime serie con freno anteriore a tamburo faticano a rallentare la sua massa di circa 3 quintali (3 e mezzo con gli accessori): il freno a disco arriva solo nel 1971.
Ciò che resta superiore a tutte le altre moto sul mercato è invece il
comfort sulle lunghe distanze: nessuna moto degli anni Sessanta può rivaleggiare con l'Electra Glide in fatto di comodità, specialmente sulle interminabili highways americane.

Mai dar retta alle apparenze: lo insegna l’Electra Glide Ultra Classic dell’Harley-Davidson.
Le sue dimensioni mettono soggezione alla prima occhiata e il peso raggiunge quasi i 400 chili, eppure basta fare qualche chilometro di strada per capire quanto i timori iniziali siano infondati:
l’Ultra Classic non è difficile da guidare.
Esagerata nel comfort, è capace di scatenare emozioni appena s’impara a conoscerla.
Un must per gli appassionati delle grandi vacanze in moto. Caratteristiche? La grande elasticità del suo motore di 1584 cc da 70 cavalli, prima di tutto.
Questo significa che si usa pochissimo il cambio.
Se lo scatto alla partenza non impressiona, sono le riprese, infatti, uno dei punti di forza di questa bicilindrica.
Il comfort, si diceva, è quello di una berlina d’alto livello: impianto hi fi con il volume che si regola automaticamente, controllo della velocità di crociera, frecce a rientro automatico, sella grande e morbida come una poltrona e tanto altro ancora.
Un “bendiddio” che si paga, però, a caro prezzo: 25.900 euro.

Harley-Davidson fino all’ultimo bullone, la Electra Glide Ultra Classic cattura l’attenzione, da ferma e in movimento, con la sua monumentalità, le cromature, l’inconfondibile sound, il set di motovaligie che ne integra le forme e il tipico cupolino da Highway Patrol.
In sella ci si sente re della strada: sarà per il generoso “trono” di cuoio, per i predellini gommati davvero ampi, bassi e leggermente avanzati che rilassano le gambe (i comandi a pedale si regolano in altezza), oppure per l’alto e largo manubrio che si protende verso chi guida lasciando la schiena diritta e le braccia in posizione naturale, sta di fatto che dalla Ultra Classic non si vorrebbe mai scendere.
Anche il passeggero viaggia in business class: poltrona da salotto al “secondo piano”, avvolgente e imbottito poggiaschiena con braccioli e generosi poggiapiedi regolabili in altezza, impossibile pretendere di più.
Certo che peso e dimensioni possono mettere soggezione: raddrizzare la H-D dalla stampella laterale o muoverla da fermo richiede infatti una notevole energia.
Ma la Ultra Classic è come un pellicano, sgraziato a terra ed elegante in volo: è sufficiente muoversi di qualche metro perché il peso “svanisca” e ci si ritrovi tra le mani una delle moto in assoluto più equilibrate.
La super Tourer a stelle e strisce risponde in modo docile ed equilibrato ai comandi del pilota e non ci vuole nemmeno tanto sforzo per riuscire a controllarla: provare per credere.
Le discese in piega e i cambi di direzione sono sempre dolci, progressivi e svelti, più di quanto si immagina.
L’avantreno non eccelle per comunicativa, ma è preciso e non diventa pesante nemmeno nelle svolte cittadine a passo d’uomo.
Il piacere della guida in totale relax è rafforzato dalla musica dello stereo-CD Harman/Kardon® di serie.
Ma questa non è l’unica andatura che l’Electra Glide può tenere: pur se pensata per le highways americane, interminabilmente diritte, l’Ultra Classic se la cava bene anche sui percorsi misti, grazie ad una stabilità molto buona che le permette di percorrere ogni curva con le pedane che in piega arrivano a toccare l’asfalto senza che la moto si scomponga sugli avvallamenti.
Altro particolare: se usata evitando di forzare la sua indole turistica, l’Ultra Classic risulta sempre neutra e non allarga mai in uscita di curva. Naturalmente le pedane limitano le possibilità di piega, ma si riescono a tenere comunque ritmi decisamente allegri. Bisogna solo ricordarsi dell’ovvia inerzia di questo “bestione”, anticipando ogni movimento.
Certo, l’Electra Glide ha una guida facile e coinvolgente, ma ciò che fa di una moto una Harley è senza dubbio l’inimitabile propulsore bicilindrico.
Delle caratteristiche e del comportamento del nuovissimo Big Tween da 1584 cc, nonché della dolcezza del suo cambio a 6 rapporti, vi abbiamo già parlato in occasione della H-D Street Bob.
C’è da aggiungere che questo motore si sposa perfettamente con le caratteristiche e la filosofia della Ultra Classic, quasi fosse nato solo per lei. La sua elasticità è perfetta per “arrotondare” la guida e limitare l’uso del cambio, caratteristiche importanti per una moto che fa del viaggio la sua bandiera. Il tiro è davvero poderoso, si può scendere di velocità anche con le marce lunghe e poi riaccelerare con lo stesso rapporto inserito senza alcun tentennamento del bicilindrico.
Le accelerazioni non strappano certo le braccia, ma poco interessa perché qui non contano tanto le prestazioni quanto la sfruttabilità del propulsore. Dulcis in fundo, lo scarico, per quanto silenziato e strozzato dalle norme antinquinamento, prende l’anima ad ogni colpo di gas.
Per concludere, ogni viaggio con questa H-D è accompagnato da un comfort di prima categoria. Fatto salvo un certo calore trasmesso alle gambe dal motore durante le soste, la posizione di guida è molto rilassante, le vibrazioni non sono altro che un piacevole massaggio, le sospensioni filtrano bene ogni asperità stradale e la protezione aerodinamica è totale.
È questo infatti il modello che vanta le dimensioni maggiori, la più elevata capacità di carico e, secondo un parere largamente diffuso tra i cultori del marchio, anche la personalità più spiccata.
Se si dovesse dare la palma al modello più rappresentativo di 100 anni di produzione H-D, sarebbero in molti a indicare senza alcun dubbio un unico nome: l'Electra Glide.
Si tratta di una serie fortunata e longeva, che ha finito per incarnare appieno i valori estetici della Casa di Milwaukee.
È quella che si vede in tutti i film americani dove compaiono i poliziotti motociclisti.
L'Electra Glide, forse più degli altri modelli H-D, piace moltissimo o non piace per niente.Prendere o lasciare.
A guardare la sua carriera, cominciata nel 1966 e mai più interrotta, si direbbe che continui a piacere tantissimo.
Quando viene presentata, nel 1965, l'Electra è la terza in successione nella famiglia delle "Glide".
La prima a comparire sul mercato è la Hydra Glide 1200 del 1949, così denominata perché adotta come sospensione anteriore una forcella teleidraulica, un deciso passo avanti rispetto alle formule precedenti.
La sospensione posteriore manca invece completamente. Per migliorare il comfort, la Hydra Glide viene sostituita nel 1958 dalla Duo Glide 1200 che, come si intuisce già dal nome, di sospensioni ne ha finalmente due: oltre alla forcella teleidraulica anteriore c'è anche il forcellone oscillante posteriore.
Ma manca ancora qualcosa.
La moto è più confortevole, è vero, ma resta l'inconveniente dell'avviamento a pedivella.
Ecco quindi il terzo step evolutivo: una Duo Glide con avviamento elettrico, denominata quindi Electra Glide.
L'obiettivo è centrato: resta il fascino delle corpose Glide, con le innovazioni che le mettono a disposizione di un pubblico più ampio.
I modelli sono in realtà due: alla versione standard comfort sulle siglata ufficialmente FL viene affiancata la più potente FLH (H da Hot, cioè "calda", con riferimento al più elevato rapporto di
compressione).
La prima serie della Electra è particolare perche monta ancora il motore 1200 delle Glide precedenti, ovvero quello denominato "Panhead" per la forma "a padella" delle coperture dei bilancieri.
È una serie oggi particolarmente ricercata dai collezionisti, perché rimane in listino solo un anno.
Già nel 1966 viene infatti commercializzata la serie successiva con un nuovo motore, denominato "Shovelhead" per la forma "a badile" della testa.
Il grande cambiamento è dato dalla sommità dei cilindri, ora realizzata in lega di alluminio per ridurre il peso e aumentare la dispersione del calore. Restano due particolari un pò datati.
Il primo consiste nella pedivella di avviamento, una precauzione in realtà necessaria perché i primi dispositivi elettrici non sono impeccabili in condizioni di elevata umidità.
Il secondo è il comando del cambio a mano, in effetti offerto in alternativa a quello a pedale fino al 1972.
Su strada l'Electra Glide si difende molto meglio di quanto il suo peso e le sue dimensioni potrebbero far pensare.
La maneggevolezza risulta sorprendente, il baricentro basso consente di svicolare nel traffico con agilità.
Resta un po' scarsa la frenata: le prime serie con freno anteriore a tamburo faticano a rallentare la sua massa di circa 3 quintali (3 e mezzo con gli accessori): il freno a disco arriva solo nel 1971.
Ciò che resta superiore a tutte le altre moto sul mercato è invece il
comfort sulle lunghe distanze: nessuna moto degli anni Sessanta può rivaleggiare con l'Electra Glide in fatto di comodità, specialmente sulle interminabili highways americane.

Mai dar retta alle apparenze: lo insegna l’Electra Glide Ultra Classic dell’Harley-Davidson.
Le sue dimensioni mettono soggezione alla prima occhiata e il peso raggiunge quasi i 400 chili, eppure basta fare qualche chilometro di strada per capire quanto i timori iniziali siano infondati:
l’Ultra Classic non è difficile da guidare.
Esagerata nel comfort, è capace di scatenare emozioni appena s’impara a conoscerla.
Un must per gli appassionati delle grandi vacanze in moto. Caratteristiche? La grande elasticità del suo motore di 1584 cc da 70 cavalli, prima di tutto.
Questo significa che si usa pochissimo il cambio.
Se lo scatto alla partenza non impressiona, sono le riprese, infatti, uno dei punti di forza di questa bicilindrica.
Il comfort, si diceva, è quello di una berlina d’alto livello: impianto hi fi con il volume che si regola automaticamente, controllo della velocità di crociera, frecce a rientro automatico, sella grande e morbida come una poltrona e tanto altro ancora.
Un “bendiddio” che si paga, però, a caro prezzo: 25.900 euro.

Harley-Davidson fino all’ultimo bullone, la Electra Glide Ultra Classic cattura l’attenzione, da ferma e in movimento, con la sua monumentalità, le cromature, l’inconfondibile sound, il set di motovaligie che ne integra le forme e il tipico cupolino da Highway Patrol.
In sella ci si sente re della strada: sarà per il generoso “trono” di cuoio, per i predellini gommati davvero ampi, bassi e leggermente avanzati che rilassano le gambe (i comandi a pedale si regolano in altezza), oppure per l’alto e largo manubrio che si protende verso chi guida lasciando la schiena diritta e le braccia in posizione naturale, sta di fatto che dalla Ultra Classic non si vorrebbe mai scendere.
Anche il passeggero viaggia in business class: poltrona da salotto al “secondo piano”, avvolgente e imbottito poggiaschiena con braccioli e generosi poggiapiedi regolabili in altezza, impossibile pretendere di più.
Certo che peso e dimensioni possono mettere soggezione: raddrizzare la H-D dalla stampella laterale o muoverla da fermo richiede infatti una notevole energia.
Ma la Ultra Classic è come un pellicano, sgraziato a terra ed elegante in volo: è sufficiente muoversi di qualche metro perché il peso “svanisca” e ci si ritrovi tra le mani una delle moto in assoluto più equilibrate.
La super Tourer a stelle e strisce risponde in modo docile ed equilibrato ai comandi del pilota e non ci vuole nemmeno tanto sforzo per riuscire a controllarla: provare per credere.
Le discese in piega e i cambi di direzione sono sempre dolci, progressivi e svelti, più di quanto si immagina.
L’avantreno non eccelle per comunicativa, ma è preciso e non diventa pesante nemmeno nelle svolte cittadine a passo d’uomo.
Il piacere della guida in totale relax è rafforzato dalla musica dello stereo-CD Harman/Kardon® di serie.
Ma questa non è l’unica andatura che l’Electra Glide può tenere: pur se pensata per le highways americane, interminabilmente diritte, l’Ultra Classic se la cava bene anche sui percorsi misti, grazie ad una stabilità molto buona che le permette di percorrere ogni curva con le pedane che in piega arrivano a toccare l’asfalto senza che la moto si scomponga sugli avvallamenti.
Altro particolare: se usata evitando di forzare la sua indole turistica, l’Ultra Classic risulta sempre neutra e non allarga mai in uscita di curva. Naturalmente le pedane limitano le possibilità di piega, ma si riescono a tenere comunque ritmi decisamente allegri. Bisogna solo ricordarsi dell’ovvia inerzia di questo “bestione”, anticipando ogni movimento.
Certo, l’Electra Glide ha una guida facile e coinvolgente, ma ciò che fa di una moto una Harley è senza dubbio l’inimitabile propulsore bicilindrico.
Delle caratteristiche e del comportamento del nuovissimo Big Tween da 1584 cc, nonché della dolcezza del suo cambio a 6 rapporti, vi abbiamo già parlato in occasione della H-D Street Bob.
C’è da aggiungere che questo motore si sposa perfettamente con le caratteristiche e la filosofia della Ultra Classic, quasi fosse nato solo per lei. La sua elasticità è perfetta per “arrotondare” la guida e limitare l’uso del cambio, caratteristiche importanti per una moto che fa del viaggio la sua bandiera. Il tiro è davvero poderoso, si può scendere di velocità anche con le marce lunghe e poi riaccelerare con lo stesso rapporto inserito senza alcun tentennamento del bicilindrico.
Le accelerazioni non strappano certo le braccia, ma poco interessa perché qui non contano tanto le prestazioni quanto la sfruttabilità del propulsore. Dulcis in fundo, lo scarico, per quanto silenziato e strozzato dalle norme antinquinamento, prende l’anima ad ogni colpo di gas.
Per concludere, ogni viaggio con questa H-D è accompagnato da un comfort di prima categoria. Fatto salvo un certo calore trasmesso alle gambe dal motore durante le soste, la posizione di guida è molto rilassante, le vibrazioni non sono altro che un piacevole massaggio, le sospensioni filtrano bene ogni asperità stradale e la protezione aerodinamica è totale.