dave64 ha scritto: ↑21/03/2020, 13:23
A me quello che spaventa di più sono le prospettive, anzi la mancanza di prospettive. Tra un mese come saremo messi?
Preoccupa anche me....
La Capua, la virologa che lavora negli USA, ha detto una frase che fa riflettere..
"Torneranno i delfini nei porti"
Lì per lì sembra una frase che non significa nulla invece dietro nasconde una grande realtà....
A cambiare sarà il sociale tra le persone, sia a livello personale che lavorativo.
Chi avrà il coraggio di mettersi a volare o viaggiare in treno, tutti belli vicini vicini?
Andare in metropolitana ecc.
La gente a detta della virologa, viaggerà di meno.
Si cercherà di promuovere il lavoro da casa.
Le consulenze e gli appuntamenti verranno fatti attraverso Skype o in teleconferenza.
Ci sono lavori che si basano sul contatto umano, come si farà?
Nel settore dove lavoro che è quello immobiliare, come si organizzeranno gli appuntamenti e come si farà ad andare a vedere le case o fare fotografie, se esisterà ancora questa possibilità di contagio?
Questo problema ne porta altri all'interno delle persone.
Esempio stupido:
Vado a casa di amici per una cena e del tutto estraneo alla mia condizione, scopro mio malgrado di essere un asintomatico e infetto tutta questa famiglia.
Siamo sicuri che poi i rapporti rimarranno gli stessi?
Lo stesso vale per il lavoro.
Cosa faranno le persone mi chiederanno il test del tampone per farmi entrare in casa?
Un po' come si fa in certi ambiti per l'AIDS?........
E se questa mia insospettabile condizione fa morire qualcuno della famiglia?
Mi becco pure una denuncia?....
C'è da riflettere su tutto questo ma non basta, bisogna trovare una soluzione.