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Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 17/12/2020, 16:07
da Massimo
Lone Wolf ha scritto: 17/12/2020, 15:35 Ragazzi, alzi la mano chi non ha mai visto questo film di Howard Hanks....

Mi è venuto in mente pensando al Rat Pack... Ho sempre amato la voce di Dino Martini...



Visto!

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 18/12/2020, 10:12
da Palmambrogio
Un classico intramontabile. :ok:

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 20/12/2020, 10:39
da Lone Wolf
Domenica mattina di pioggia...

Qualcuno oltre a Massimo (e ad altri chitarristi) conosce Daniel Castro?


Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 20/12/2020, 13:15
da Palmambrogio
Non lo conosco. :confuso:

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 22/12/2020, 8:02
da Lone Wolf
Ieri avrebbe compiuto ottant'anni, se un tumore alla prostata non se lo fosse portato via molto giovane.
In suo onore...


Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 22/12/2020, 9:27
da Lone Wolf
Frank Zappa era veramente un genio?
Frank Zappa, uno dei più grandi geni musicali mai esistiti, ci lasciò 26 anni fa, trasmettendoci un modo di vedere e ascoltare la musica come pochi altri. Abbiamo deciso di ripercorrere parte della sua carriera attraverso tre album che non sono fatti di carne debole, ma di uno spirito immortale
di Manuel Saad



Se avete aperto quest’articolo, probabilmente, non sarà per il fatto che non conosciate Frank Zappa. Più che altro, la vostra è un’esigenza di voler rispolverare, rivivere e riassaporare quello che il suo genio musicale è riuscito a produrre.
Nel caso siate dei neofiti in materia zappiana, non preoccupatevi: l’importante è che nessuno lo venga a sapere.



Scherzi a parte, in quest’articolo verranno proposti ben tre album di uno tra i più grandi artisti contemporanei che abbiamo avuto. Tre sono pochi, ma è anche il numero perfetto, come perfetto è stato il suo estro.



Frank Vincent Zappa ha preso la musica, l’ha accartocciata come se fosse un foglio di carta, puntandole contro una luce diversa. Poi, ha deciso di sperimentare tutte le ombre che venivano generate dalle pieghe.
Dinamica era la sua mente, dinamica e virtuosa è la sua musica.



Collocato al 22° posto nella lista dei migliori chitarristi di tutti i tempi secondo Rolling Stone, l’artista, nato a Baltimora nel 1940, ha rappresentato per molti uno spiraglio dove una luce musicale inondava, come un fiume in piena, i timpani di tutto il mondo.
Rock, blues, jazz, progressive, classica, fusion: impossibile prendere la sua discografia e inserirla in un unico contenitore. Zappa non adorava etichettarsi e non hai mai composto musica sentendosi parte definita di qualcosa. Come una spugna immersa in una bacinella piena d’acqua, cercava di assorbire il più possibile per ottenere un proprio suono, un proprio ritmo, una propria identitla'.

La sua discografia comprende più di sessanta album, tra quelli pubblicati in vita e i dischi postumi. Album in cui la volgarità, la misoginia, la satira, la protesta contro politici e l’industria musicale non mancarono mai. D’altronde, Zappa fu tra i pochi che si opposero alla mostruosa censura musicale andando contro il P.M.R.C. (Parents Music Resource Center), l’associazione genitoriale che controllava severamente i contenuti dei prodotti discografici.
Inutile dire che Zappa, in compagnia di John Denver e Dee Snider, fu presente al Senato degli Stati Uniti per una seduta a riguardo. Furono poco meno di quaranta i canali televisivi che trasmettevano in diretta la seduta di cinque ore circa.



Zappa cercò di fare leva sul primo emendamento della Costituzione americana che tutela la libertà d’espressione ed esordì con “si propone di eliminare la forfora tramite la decapitazione”.

Per ricordare il suo immenso genio, abbiamo scelto tre album iconici che, in una manciata di tracce ciascuno, celebrano la morte di un grande musicista.


Primo album sia di Zappa che del suo gruppo The Mothers of Invention.
Uscito nel 1966, Freak Out! Fu il secondo doppio-album della storia del rock, subito dopo Blonde on Blonde di Dylan.



In questo disco potete vedere proiettata, nella vostra mente, la distruzione delle fondamenta della società americana di quel tempo. Colpita da armi fatte di ironia, satira e sarcasmo, la società americana viene punzecchiata per il suo lato lobotomizzato dai mass media.
R&B, blues e rock sono i linguaggi scelti per affrontare una tematica basata sulla protesta e sul disprezzo verso tutte quelle menti vuote che Zappa vedeva intorno a sé.
Lo “scarafaggio”, Paul McCartney, dichiarò di essersi ispirato proprio a Freak Out! per la scrittura del celebre e sempiterno Sgt. Pepper’s, tuttora considerato da molti il primo vero e proprio concept album della storia musicale.
Nonostante non ci fu un grande successo commerciale iniziale, l’album, con il passare del tempo, ottenne il titolo di grande classico dell’underground e nel 1999 ottenne il Grammy Hall of Fame Award, per poi entrare nella classifica dei “500 migliori album di sempre” di Rolling Stone, classificandosi al 243° posto.



«Un disco tutto strumentale, tranne una canzone con Captain Beefheart alla voce! Proprio lui, che non sa cantare!
Perché sprechi così il tempo prezioso dell’America, testa di ca%%o?»

Queste furono le parole usate da Zappa per descrivere uno dei suoi album più famosi.
Era il 10 ottobre del 1969 quando Hot Rats vide la luce. In America non ottenne un grandioso successo, a differenza dell’Europa, in particolar modo in Gran Bretagna.
Qui ci fu un cambio di rotta: dal rock si passa a diverse variazioni musicali che tendono stretta la mano al jazz. Il primo disco fuori dal gruppo, una versione solista di Zappa che riuscì a dimostrare la grande conoscenza e attitudine che possedeva.
“Un film per le vostre orecchie”, disse riguardo il contenuto dell’album.
Per i più nerd, possiamo dire che Hot Rats è stato uno dei primi dischi in assoluto ad essere stato registrato su un multitraccia a sedici piste (nello stesso periodo, i Beatles registravano Abbey Road su un registratore ad otto piste).
Ciò permetteva sovraincisioni che davano libero sfogo alla creatività e alla sperimentazione musicale: l’oro.
Nonostante tutto, l’album nacque da un periodo burrascoso, pieno di sconvolgimenti e di uscite discografiche disastrose per i Mothers of Invention, ma fu il concerto al Globe Jazz Boston Festival che riuscì a dare la scossa al tutto. In molti, infatti, riconoscono la genesi di Hot Rats proprio in quell’esibizione live che travolse tutti.

1968 e 1986. Sì, cambiando le ultime due cifre, si ottengono i due anni di uscita di quest’album in cui la ripubblicazione nell’86 comprendeva nuove registrazioni contenenti la parte percussiva.
Anche qui, stiamo parlando del 296° album nella classifica dei famigerati 500 di Rolling Stone e di uno dei migliori album psichedelici di tutti i tempi secondo Q magazine.
Il brodo primordiale del disco conteneva i suoni del gruppo mescolati alla comicità del cabarettista Lenny Bruce, ma l’uscita di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band fece sviare Zappa, portandolo verso la scena flower power. We’re Only in It for the Money, infatti, fu la parodia del disco dei Beatles e della società americana degli anni sessanta.
La copertina del disco è una chiara provocazione alla copertina floreale della Band di Liverpool, i quali venivano accusati di far parte della controcultura solo per i soldi. Da qui, anche il titolo dell’album si spiega da sé.
Zappa telefonò, comunque, a McCartney chiedendogli il permesso di poter pubblicare la copertina parodia di Sgt. Pepper’s. Per Paul andava bene, ma Zappa avrebbe comunque dovuto sentire la EMI. Nonostante quest’apparente calma, Zappa dichiarò successivamente di aver avvertito dell’attrito con il membro dei Beatles, il quale provò ad ostacolare il tutto, facendo tardare l’uscita dell’album di qualche mese. Ci furono problemi legali relativi al copyright, ovviamente, ma alla fine andò tutto liscio.
Una critica nuda e cruda al movimento hippie e allo stile di vita che veniva professato: amore, pace e droghe.
La droga, infatti, è un tema che viene ripreso più e più volte per denunciare la vita dei giovani dediti a quest’ultima, di come la società induca i giovani ad utilizzarla per rendere il loro encefalogramma piatto e privo di pensieri.
Anche sul consumismo, Zappa non si tiene nulla affermando di quanto sia nocivo e distruttore per quelli che i valori e i principi della famiglia americana rappresentavano per lui.
Nella versione originale del disco, ci furono parti modificate, se non addirittura cancellate in quanto ritenute offensive come riferimenti sessuali e insulti vari.

In molti, si chiedono cosa avrebbe scritto, suonato e prodotto se fosse stato ancora in vita. Dove sarebbe arrivato il su genio? Dove si sarebbe spinto? Quanto si sarebbe alzata l’asticella della sperimentazione musicale?

Domande difficili a cui rispondere. Ma se vi dovessero chiedere “Frank Zappa era veramente un genio?“, la risposta è Sì.

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 22/12/2020, 12:34
da Palmambrogio
Sinceramente non sono mai stato particolarmente appassionato della musica del compianto Frank Zappa.
Della sua genia non vi è certamente dubbio, ma proprio perché musica altamente particolare, sfuggiva un po' da quello che era il mio normale ascolto. :ok:
Un po' come un certo stile progressivo approfondito che spesso rasentava le soglie dell'incomprensibile, almeno per orecchie non propriamente allenate o preparate.
È come per fare un semplicissimo esempio, come la musica jazz.
C'è un jazz di facile ascolto e di facile comprensione anche a chi non è avvezzo a questo genere, e poi invece, c'è un jazz difficile quasi inascoltabile e soltanto per palati esperti.
Io mi ritrovo un po' nel mezzo più chiaramente orientato agli ascolti più facili, che non devono essere per forza di cose musichetta, ma almeno mi devono trasmettere qualcosa che io riesca a comprendere. :ok:

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 22/12/2020, 13:59
da Lone Wolf
Palmambrogio ha scritto: 22/12/2020, 12:34 Sinceramente non sono mai stato particolarmente appassionato della musica del compianto Frank Zappa.
Della sua genia non vi è certamente dubbio, ma proprio perché musica altamente particolare, sfuggiva un po' da quello che era il mio normale ascolto. :ok:
Un po' come un certo stile progressivo approfondito che spesso rasentava le soglie dell'incomprensibile, almeno per orecchie non propriamente allenate o preparate.
È come per fare un semplicissimo esempio, come la musica jazz.
C'è un jazz di facile ascolto e di facile comprensione anche a chi non è avvezzo a questo genere, e poi invece, c'è un jazz difficile quasi inascoltabile e soltanto per palati esperti.
Io mi ritrovo un po' nel mezzo più chiaramente orientato agli ascolti più facili, che non devono essere per forza di cose musichetta, ma almeno mi devono trasmettere qualcosa che io riesca a comprendere. :ok:
Hai perfettamente ragione Palma, è questione di orecchio. Per carattere preferisco le scelte più difficili, quelle che richiedono diversi ascolti e vanno contestualizzate e comprese anche a livello intellettuale. Mi danno più soddisfazione!!! Ma ad ognuno il suo. Come giustamente hai detto, ci sono musiche che ti colpiscono a livello viscerale (vedi la musica di tamburi africana, che replica il ritmo del battito cardiaco e richiama il tempo in cui eravamo nell'utero materno) e musiche che puoi apprezzare solo dopo uno "studio" più attento. Per questo sul finto Adagio di Albinoni e su Zappa mi sono permesso di mettere alcune note tratte da varie fonti, per contestualizzarli, far capire perché sono "speciali", in definitiva per aiutare all'ascolto. Se non mi fossi mai messo messo ad ascoltare musiche che non conoscevo sarei ancora fermo alle musiche dei western di cui mio padre aveva parecchi dischi...

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 22/12/2020, 14:02
da Lone Wolf
E comunque questa canzone, "Bobby Brown", è decisamente orecchiabile e di facilissima comprensione. Il testo....bhè, quello è leggermente omofobo....

Re: Che musica ascoltiamo di bello?

Inviato: 23/12/2020, 6:48
da Lone Wolf
Adoro questo album. Una più bella dell'altra...il tipico album per viaggiare, su una vecchia Cadillac o in poltrona, ad occhi chiusi....
Metto solo la canzone che dà il nome all'album...



PS Come faceva uno con le dita grosse come cotechini a far "cantare" così Lucille????