Questa non è propriamente un'espressione dialettale, è una storia che ne contiene però...
A vent'anni torno a Parma e, con il denaro guadagnato faticosamente a Milano, mi sembra giusto offrire un pranzo a mio padre ed al suo migliore amico, il Franco (avete presente un montanaro di due metri, con due badili al posto delle mani ed una voce da tirar giù i muri?)....
Li invito, ma nel mio paese c'è solo il bar...
Allora me la tiro un po', faccio il figo e li porto (con le mogli) in uno dei più bei ristoranti di Parma città...
Domenica, a pranzo.
Tutti incravattati, ovviamente meno mio padre ed il suo amico, perennemente in "polo" e, moooltooo visibilmente "montanari del sasso" in mezzo ai fighetti...
I due bastardi...........
Hanno tenuto fino a fine pranzo, poi all'ultimo...sono andati alla toilette.....
E lì, il dramma!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fate conto che in tutto il ristorante (e sì che era affollato!) si sentivano nitidamente le loro voci dal bagno.....
"Rico!!!" (Riccardo) Dio ***!!!!! Al cat pu!!! (Non lo trovo più)...indovinate cosa..
E mio padre:
"Serca ben, ch'an t'è mia sparì!!! Gò da ciamèr to moiera?!?"
(Cerca bene che non ti è scomparso. Vado a chiamare tua moglie?)
E sono andati avanti così per un quarto d'ora!!!!!! Grandissimi!!!!!!!
Io, dopo il primo minuto, avevo virato verso una gradevole tinta verde chiaro della carnagione...
Ma passato il primo minuto (ero giovane, ancora mi importava ciò che la gente pensava di me) ho cominciato a vedere il loro essere tragicamente comici mentre il maitre scivolava lentamente sotto un tavolo e tutti all'improvviso provavano un gran bisogno di guardarsi le scarpe...ed ho cominciato a ridere anch'io come un pazzo, insieme alla Lina e alla Bruna....
Che splendida lezione mi diedero quel giorno!!!!!!
