Re: Ma sono seri?
Inviato: 01/06/2019, 23:35
Per me la moto non è né uno stile di vita né un oggetto di culto.
Delle Harley m’è sempre piaciuta tantissimo l’estetica, e il fatto che siano oggetti interamente (o quasi), metallici.
Fossi attratto da prestazioni e meccanica fine, mi sarei rivolto ad altri marchi e non certamente a questo, che anche quando sforna novità, sono già sul declivio dell’obsolescenza se confrontate con quanto propone il mercato jap.
Mi viene in mente il paragone con l’Hi-Fi, altro fenomeno di massa che un tempo spopolava e ora è appannaggio di una nicchia ristretta.
Nei mitici ‘70 tutti avevano lo stereo a casa, di musica se ne ascoltava più di adesso e sicuramente di qualità migliore.
Poi arrivò l’era digitale e con questa campionatori e computer per creare musica, tant’è che oggi non suona quasi più nessuno, a parte i dj che dicono di “suonare” nella tal discoteca...(che coraggio), siamo arrivati al punto di perdere il significato delle parole.
Suonare non significa far funzionare un dannato gira cd oppure un più nobile giradischi, ma magari prendere in mano uno strumento musicale e dopo anni di studio saperlo padroneggiare ricavandone melodia o ritmica in luogo di stridii sonori, ma... Loro dicono che suonano...e tant’e
Comunque, il consumismo tout court di massa ha tagliato sempre più ogni e qualsiasi forma di qualità, e i ragazzini ascoltano cacofonie indicibili con apparecchiature ad “altissima infedeltà”, come gli altoparlantini sfigati integrati dell’ipad, nello smartphone, o peggio, nel pc.
Tutto quanto è destinato a fare la stessa fine, causa anche e soprattutto, il sempre più crescente disinteresse delle nuove generazioni a quel certo gusto di vivere che ti faceva apprezzare di più le cose e il tempo per averle: non tutto subito, ma poco è un po’ per volta.
Ora, in questa sede non voglio generalizzare né colpevolizzare nessuno, e il discorso (oltre che essere troppo lungo), diverrebbe pure troppo complesso e articolato in mille sfaccettature diverse.
Di fondo rimane il fatto che come tutte le cose belle anche questa è destinata a finire, prima o poi, poiché niente dura in eterno.
Forse fra cent’anni le generazioni future si sdilinquiranno davanti all’ultima nata in casa HD (magari priva di ruote)e funzionante a plasma, e sicuramente ci saranno vecchietti che sentenzieranno:
-Non cambierei la mia Street tutta in pura fibra di carbonio e a ioni di litio, quella sì che è una moto-
Ah, dimenticavo, non m’è mai riuscito di vedere fino alla fine Easy Rider, pur avendolo iniziato parecchie volte l’ho sempre trovato di una noia ammorbante, e non sono tanto più giovane di Peter Fonda.
Delle Harley m’è sempre piaciuta tantissimo l’estetica, e il fatto che siano oggetti interamente (o quasi), metallici.
Fossi attratto da prestazioni e meccanica fine, mi sarei rivolto ad altri marchi e non certamente a questo, che anche quando sforna novità, sono già sul declivio dell’obsolescenza se confrontate con quanto propone il mercato jap.
Mi viene in mente il paragone con l’Hi-Fi, altro fenomeno di massa che un tempo spopolava e ora è appannaggio di una nicchia ristretta.
Nei mitici ‘70 tutti avevano lo stereo a casa, di musica se ne ascoltava più di adesso e sicuramente di qualità migliore.
Poi arrivò l’era digitale e con questa campionatori e computer per creare musica, tant’è che oggi non suona quasi più nessuno, a parte i dj che dicono di “suonare” nella tal discoteca...(che coraggio), siamo arrivati al punto di perdere il significato delle parole.
Suonare non significa far funzionare un dannato gira cd oppure un più nobile giradischi, ma magari prendere in mano uno strumento musicale e dopo anni di studio saperlo padroneggiare ricavandone melodia o ritmica in luogo di stridii sonori, ma... Loro dicono che suonano...e tant’e

Comunque, il consumismo tout court di massa ha tagliato sempre più ogni e qualsiasi forma di qualità, e i ragazzini ascoltano cacofonie indicibili con apparecchiature ad “altissima infedeltà”, come gli altoparlantini sfigati integrati dell’ipad, nello smartphone, o peggio, nel pc.

Tutto quanto è destinato a fare la stessa fine, causa anche e soprattutto, il sempre più crescente disinteresse delle nuove generazioni a quel certo gusto di vivere che ti faceva apprezzare di più le cose e il tempo per averle: non tutto subito, ma poco è un po’ per volta.
Ora, in questa sede non voglio generalizzare né colpevolizzare nessuno, e il discorso (oltre che essere troppo lungo), diverrebbe pure troppo complesso e articolato in mille sfaccettature diverse.
Di fondo rimane il fatto che come tutte le cose belle anche questa è destinata a finire, prima o poi, poiché niente dura in eterno.
Forse fra cent’anni le generazioni future si sdilinquiranno davanti all’ultima nata in casa HD (magari priva di ruote)e funzionante a plasma, e sicuramente ci saranno vecchietti che sentenzieranno:
-Non cambierei la mia Street tutta in pura fibra di carbonio e a ioni di litio, quella sì che è una moto-

Ah, dimenticavo, non m’è mai riuscito di vedere fino alla fine Easy Rider, pur avendolo iniziato parecchie volte l’ho sempre trovato di una noia ammorbante, e non sono tanto più giovane di Peter Fonda.