Tourist Trophy

[Palmambrogio]

Gli sport dove c'è del rischio e dove c'è tanta adrenalina sono difficile da abbandonare....
Proprio perché da questa adrenalina è difficile staccarsi.
Basta domandarlo ad un pilota qualsiasi che sia esso di rally oppure di formula 1.
Per queste persone molto spesso, questa adrenalina, è la cosa più importante della loro vita. Più importante degli stessi soldi guadagnati.
Senza di essa si sentirebbero svuotati privati di qualcosa che li fa andare avanti.

[883Low]

non capisco tutto questo odio...
sembra di ascoltare un gruppo di pensionati ottusi e brontoloni.

a parte il fatto che ognuno è liberissimo di fare ciò che vuole.
sia di fare figli, che di seguire le proprie passioni (e magari di trasmetterle alla prole).
fare una cosa non deve per forza precludere l'altra.
altrimenti nessuno si godrebbe più la vita. chi decide di farsi una famiglia deve poi chiudersi in una scatola?
per proteggere sè stesso ed i propri cari? ma quando mai...
la vita va comunque vissuta.
meglio viverla pienamente e correre qualche rischio, che arrivare vecchi, stanchi e con tanti rimpianti per quello che non si è fatto e non si potrà più fare.

sinceramente questi tristi commenti non me li aspettavo proprio in un forum di motociclisti.

il TT è rimasta ormai l'ultima corsa con il "profumo" delle competizioni di una volta. pericolose, ma anche affascinanti.
chi vi partecipa non è di certo costretto. non lo fa per soldi (ci sono campionati molto più remunerativi e sicuri), e nemmeno per cercare visibilità (è un settore di nicchia). è pura e semplice passione.

molto, ma molto meglio, morire facendo quello che piace fare, che morire ucciso "difendendo gli ideali" di una guerra decisa da chissà chi, o morire in un letto di ospedale per qualche brutta malattia con il rimpianto di non aver fatto alcune belle esperienze.

[Massimo]

A me il TT come ho scritto non mi fa impazzire. Non sono mai riuscito a seguirlo ma non perché mi crei qualche problema.
Poi per il resto da ex pilota di trial e cross, capisco perfettamente l'adrenalina.

[Massimo]

Ne consiglio la visione.

[Sedicesima Grifo]

non capisco tutto questo odio...
sembra di ascoltare un gruppo di pensionati ottusi e brontoloni.

a parte il fatto che ognuno è liberissimo di fare ciò che vuole.
sia di fare figli, che di seguire le proprie passioni (e magari di trasmetterle alla prole).
fare una cosa non deve per forza precludere l'altra.
altrimenti nessuno si godrebbe più la vita. chi decide di farsi una famiglia deve poi chiudersi in una scatola?
per proteggere sè stesso ed i propri cari? ma quando mai...
la vita va comunque vissuta.
meglio viverla pienamente e correre qualche rischio, che arrivare vecchi, stanchi e con tanti rimpianti per quello che non si è fatto e non si potrà più fare.

sinceramente questi tristi commenti non me li aspettavo proprio in un forum di motociclisti.

il TT è rimasta ormai l'ultima corsa con il "profumo" delle competizioni di una volta. pericolose, ma anche affascinanti.
chi vi partecipa non è di certo costretto. non lo fa per soldi (ci sono campionati molto più remunerativi e sicuri), e nemmeno per cercare visibilità (è un settore di nicchia). è pura e semplice passione.

molto, ma molto meglio, morire facendo quello che piace fare, che morire ucciso "difendendo gli ideali" di una guerra decisa da chissà chi, o morire in un letto di ospedale per qualche brutta malattia con il rimpianto di non aver fatto alcune belle esperienze.

Non c'è odio. Una persona senza responsabilità verso terzi, in particolare dei figli, può fare ciò che crede.
Se hai dei figli, magari piccoli, te ne devi - non puoi ma devi - assumere la responsabilità. Se sei un uomo.
Il TT non è una gara come le altre, infatti il mio discorso riguarda il TT e le gare di quel tipo.
Uno si ammazza come vuole ma se ha un bambino la cosa cambia.

Quanto al discorso degli ideali, non mi stupisco: quando diventano importanti l'apericena, il lettino al mare o la piega in moto, nella piena inconsapevolezza che tutto questo lecitissimo desiderio viene garantito non dalla bontà planetaria ma da chi rischia la propria vita per il bene comune, non ci si può domandare perché i famosi valori di cui pare tutti lamentino la scomparsa siano scomparsi.
Solo paragonare le due cose è improponibile.
Se rischio la vita e la serenità dei miei cari per il bene della mia comunità il rischio assume una valenza del tutto diversa e non paragonabile a quello che si corre per sentire benzina e gomme, asfalto e scarichi.
Solo paragonarli è decadimento di valori.

Non credo di non essermi goduto la vita:
Football Americano nei vice campioni d'Italia
Vice campione regionale universitario staffetta 4x100
Militare nella Folgore
Brevetto di immersione
Studi completi, 5 lingue parlate
11 anni di supporto a disabili
12 anni in associazione con massima carica possibile ricoperta
Paesi visitati per svago o lavoro con pochi paragoni
Sport praticati a livello amatoriale in ampio numero
Mai mancati aperitivi, cene, apericene, vacanze
Il tutto pagato con svariati interventi chirurgici. E rifarei tutto.

Ma se ho un figlio evito di fare una gara dove ogni anno è un terno al lotto. Scusate, sono proprio triste.

[Palmambrogio]

Capisco la risposta dell'amico Low, a cui sarà sembrato che qui c'è un nucleo di pensionati che divagano tra di loro.
Come ho già scritto, questa tipologia di gare motociclistiche, offre certamente uno spettacolo che non è quello che si può vedere in una gara del classico motogp.
Difatti si parlava di adrenalina difficile da abbandonare.
Io non sono né a favore né contrario.
Penso che ogni essere umano debba essere libero di fare le proprie scelte, e come il pilota Guy Martin descritto nel filmato ha scelto di rimanere da solo per propria scelta, altri faranno diversamente e così via.
Lo stesso pilota Valentino Rossi più volte contattato per partecipare al Tourist Trophy ha declinato l'offerta scegliendo di fare solo un giro in parata.
Declinato l'offerta per paura.
E se un pilota abituato a viaggiare a 300 chilometri orari, dice di avere paura ad affrontare una gara del genere, un motivo certamente ci sarà.
Sono pienamente d'accordo sul lato prettamente agonistico di questa tipologia di gara. Ci vuole certamente un sangue freddo e una follia interiore di una certa rilevanza.
Poi la questione figli o non figli, la formula uno degli anni settanta, ha lasciato tante di quelle vedove da riempire una piazza.
Al punto che oggi, ci manca il binario sotto l'automobile e poi la sicurezza è totale.
Non ci può essere sport di corse senza rischio per la vita.
Sono scelte fatte da persone uguali a noi ma in fondo molto molto diverse.

[883Low]

Grifo, ammiro la tua dedizione nelle cause, ma hai un "super-io" un tantinello ingombrante.
a volte serve anche una visione un po' più leggera del mondo e di quello che fanno le altre persone.
come ai matrimoni, a sedersi nella tavolata degli ubriaconi si torna a casa con ricordi più divertenti che in quella dei bravi ragazzi... ed a volte si impara anche qualcosa di interessante.

[Sedicesima Grifo]

[Sedicesima Grifo]

Cereghini, ma anche Agostini dopo averne vinti dieci, Valentino...tutti noti poltronari con vite noiose...
Il mio punto comunque è solo uno: se hai famiglia e soprattutto figli. Per il resto, che io o chiunque approvi o meno non è di alcuna importanza. Se non hai figli, fai quel che ti pare.

https://www.moto.it/sport/nico-cereghin ... gedia.html

[MadCris]

Io ci sono stato al TT , o meglio , al Manx Gp che si svolge sullo stesso tracciato ma viene corso dai piloti amatori e ci sono anche le categorie delle moto d'epoca da corsa. Il tracciato l'ho percorso in macchina e devo dire che da ex pilota mi si sono rizzati i capelli nel vedere dove passavano ed a che velocità. Girando per l'isola di Man però ho visto anche quanta passione c'è , quando vedevo un garage aperto , andavo a curiosare e tutti avevano la loro moto e il loro banco da lavoro, tutti erano un po' meccanici e tanto appassionati. Alla fine è una tradizione per loro , un'istituzione , ce l'hanno nel sangue. E' un tracciato sicurissimo se non sbagli , se sbagli rischi la vita ed al 90% perdi. Però è anche vero che nessuno ti obbliga a farlo , nessuno ti obbliga ad andare al 100%, I piloti professionisti tipo Michael Dunlop ammettono di dare il massimo solo in certi punti , in altri si tengono un margine e se la moto non è a posto non tirano. Ogni anno però di morti ce ne sono , i fortunati si fanno tanto male, gli altri ci lasciano le penne. Non saprei cosa dire , se se la sentono di rischiare ok , Guy Martin era uno che andava fortissimo , poi ha avuto un brutto incidente , se l'è cavata ma ha capito che era il momento di dire basta, è una cosa che ti parte da dentro se te la senti , ok , se solo hai un minimo dubbio , non correre.