Se può capitare ad Hanks........
Inviato: 13/03/2020, 16:59
Tratto da "La Stampa"
Immaginate due settimane fa, quando l’Italia non era ancora sotto le misure estreme di chiusura totale attualmente in vigore e quando a Milano a Roma e a Firenze e un po’ ovunque la gente di ogni età si radunava per gli aperitivi incuranti del rischio. Ecco, pensate se allora fosse uscita la notizia di Rosario Fiorello positivo al coronavirus. Sapere che era toccato a un personaggio celebre, così amato avrebbe cambiato la percezione comune sulla gravità della situazione? È quello che sta accadendo negli Stati Uniti dove, mercoledì sera, è arrivata la notizia che Tom Hanks - universalmente considerato non solo un grande attore, ma una persona buona e generosa, amato da grandi e piccini – è positivo al coronavirus. Dopo l’indiscrezione del sito Deadline, è stato Hanks stesso a confermarlo sul suo account Instagram. Lui e la moglie Rita Wilson si trovano in Australia per le riprese di un film su Elvis Presley con il regista australiano Baz Luhrmann.
Due giorni fa sono stati poco bene: febbre e dolori muscolari, stanchezza e la sensazione di avere l’influenza. Siccome in Australia il test è gratuito e altamente disponibile hanno deciso di farlo. La notizia della positività dei coniugi Hanks è arrivata negli Usa quasi in contemporanea con il discorso alla nazione pronunciato da Donald Trump in diretta dallo studio Ovale. Dopo settimane di negazione durate fino a due giorni fa quando davanti ai giornalisti Trump aveva detto «passerà, state calmi», quello di ieri sera era il primo riconoscimento ufficiale da parte del presidente della gravità della situazioni, un cambio di tono che in molti aspettavano e invocavano e che sicuramente sarà utile, ma mai quanto la notizia di Hanks. In un Paese che ha difficoltà a elaborare le novità drammatiche provenienti dalla Cina e dall’Italia e che un po’ per attitudine secolare, un po’ per incoscienza si sente ancora troppo al sicuro – un esempio su tutti: a New York gli spettacoli a Broadway sono stati sospesi solo giovedì pomeriggio, i ristoranti sono ancora aperti – quella di Hanks è una svolta. Lo si percepiva giovedì mattina al bar, nei discorsi delle persone che portano a spasso il cane a Central Park: Hanks è come lo zio a cui tutti vogliono bene, e se succede a lui, allora può davvero succedere anche a noi, ai nostri cari, ai nostri vicini. «Grazie per il tuo messaggio misurato e ragionato – ha scritto Alan Alda su Twitter. Stai aiutando tutti noi a guardare in faccia la realtà di quello che sta succedendo. Siamo vicini a te e a Rita».
Come se non bastasse, sempre mercoledì sera agli americani è arrivata anche la notizia che la Nba, la lega di pallacanestro, ha sospeso la stagione in corso dopo che Rudy Gobert, giocatore della squadra dello Utah Jazz, era risultato positivo al coronavirus. Niente negli Usa segnala che la situazione è grave come quando vengono intaccati due capisaldi della società americana: lo sport e Hollywood. La fama e la ricchezza: se capita anche a loro, se neanche la celebrità ti protegge, allora può capitare anche a noi. Un meccanismo psicologico che per risvegliare le coscienze si sta rivelando più efficace delle parole di un presidente che ha negato fino all’ultimo, e che ora non è più credibile. Se l’America per fermarsi e capire aveva bisogno di vedere in pericolo le sue star, ora ce l’ha. E non ci sono più scuse.
Immaginate due settimane fa, quando l’Italia non era ancora sotto le misure estreme di chiusura totale attualmente in vigore e quando a Milano a Roma e a Firenze e un po’ ovunque la gente di ogni età si radunava per gli aperitivi incuranti del rischio. Ecco, pensate se allora fosse uscita la notizia di Rosario Fiorello positivo al coronavirus. Sapere che era toccato a un personaggio celebre, così amato avrebbe cambiato la percezione comune sulla gravità della situazione? È quello che sta accadendo negli Stati Uniti dove, mercoledì sera, è arrivata la notizia che Tom Hanks - universalmente considerato non solo un grande attore, ma una persona buona e generosa, amato da grandi e piccini – è positivo al coronavirus. Dopo l’indiscrezione del sito Deadline, è stato Hanks stesso a confermarlo sul suo account Instagram. Lui e la moglie Rita Wilson si trovano in Australia per le riprese di un film su Elvis Presley con il regista australiano Baz Luhrmann.
Due giorni fa sono stati poco bene: febbre e dolori muscolari, stanchezza e la sensazione di avere l’influenza. Siccome in Australia il test è gratuito e altamente disponibile hanno deciso di farlo. La notizia della positività dei coniugi Hanks è arrivata negli Usa quasi in contemporanea con il discorso alla nazione pronunciato da Donald Trump in diretta dallo studio Ovale. Dopo settimane di negazione durate fino a due giorni fa quando davanti ai giornalisti Trump aveva detto «passerà, state calmi», quello di ieri sera era il primo riconoscimento ufficiale da parte del presidente della gravità della situazioni, un cambio di tono che in molti aspettavano e invocavano e che sicuramente sarà utile, ma mai quanto la notizia di Hanks. In un Paese che ha difficoltà a elaborare le novità drammatiche provenienti dalla Cina e dall’Italia e che un po’ per attitudine secolare, un po’ per incoscienza si sente ancora troppo al sicuro – un esempio su tutti: a New York gli spettacoli a Broadway sono stati sospesi solo giovedì pomeriggio, i ristoranti sono ancora aperti – quella di Hanks è una svolta. Lo si percepiva giovedì mattina al bar, nei discorsi delle persone che portano a spasso il cane a Central Park: Hanks è come lo zio a cui tutti vogliono bene, e se succede a lui, allora può davvero succedere anche a noi, ai nostri cari, ai nostri vicini. «Grazie per il tuo messaggio misurato e ragionato – ha scritto Alan Alda su Twitter. Stai aiutando tutti noi a guardare in faccia la realtà di quello che sta succedendo. Siamo vicini a te e a Rita».
Come se non bastasse, sempre mercoledì sera agli americani è arrivata anche la notizia che la Nba, la lega di pallacanestro, ha sospeso la stagione in corso dopo che Rudy Gobert, giocatore della squadra dello Utah Jazz, era risultato positivo al coronavirus. Niente negli Usa segnala che la situazione è grave come quando vengono intaccati due capisaldi della società americana: lo sport e Hollywood. La fama e la ricchezza: se capita anche a loro, se neanche la celebrità ti protegge, allora può capitare anche a noi. Un meccanismo psicologico che per risvegliare le coscienze si sta rivelando più efficace delle parole di un presidente che ha negato fino all’ultimo, e che ora non è più credibile. Se l’America per fermarsi e capire aveva bisogno di vedere in pericolo le sue star, ora ce l’ha. E non ci sono più scuse.