Palmambrogio ha scritto: ↑16/01/2021, 9:54
Onestamente parlando amici miei, vi dico che la paura per quanto riguarda questo virus non mi è ancora passata e lo dico senza pormi alcun problema.
Noi che siamo qui a scrivere qui dentro e che siamo ancora in salute, possiamo ritenerci veramente molto fortunati, perché altri non hanno potuto fare altrettanto.
Non dobbiamo mai dimenticarci di questo quando magari ci lamentiamo che non possiamo fare un giro in motocicletta o che non possiamo fare la passeggiata o la camminata montana.
Le persone stanno continuando ancora a morire e non so queste persone quanti anni abbiano ma poco importa.
Sono morte.
E quando si tratta della morte miei cari amici c'è ben poco da dire e ben poco da fare.
Quando ti ritrovi da solo malato e morente all'interno di una struttura ospedaliera, in una stanza asettica che sarà il tuo ultimo luogo che vedrai, non esiste coraggio di nessun tipo o eroe da cortometraggio.
Mi permetto di dissentire Palma, e lo faccio a ragion veduta, essendo già stato ricoverato più volte a rischio vita, diciamo più di là che di qua.
E' proprio quando sei solo in un letto, e l'unica compagnia è l'odore di ospedale, quando i minuti non passano mai, quando i medici tentano di spiegarti cosa ti sta accadendo e tu sei così stordito dal dolore e dalla morfina che fai fatica a capire, quando affronti tutto questo da solo, quando realizzi che se ti va bene ti salverai ma pagherai tutta la vita con limiti e dolori che non se ne andranno mai, è lì che trovi il coraggio (o la spinta, preferisco chiamarla così, per andare avanti ora dopo ora.
Non è difficile come sembra, e non c'è nulla di eroico.
C'è la semplice constatazione che o vivi o ti lasci morire.
E lasciarsi morire a volte non è facile.
Io provai, dopo un incidente su di un set RAI, un avvelenamento con polmonite chimica di cui conservo ancora i segni, una cicatrice delle dimensioni di una grossa noce nel polmone destro. Sei mesi di ricovero. Tre anni per uscirne.
Lo dico per far capire a chi non c'è passato quanto sia dura cercare di strappare ossigeno all'aria quando i tuoi polmoni non si riempiono, quando realizzi che un gesto semplice che ti è sempre stato naturale come il respirare improvvisamente diventa doloroso, difficile, e la testa ti va via per mancata ossigenazione del sangue (quindi del cervello), e però l'idea di smettere di fare quella fatica atroce per strappare un altro poco d'aria alla vita ti terrorizza.....
E' lì che trovi ad attenderti non il coraggio da film o l'eroismo da cortometraggio, ma l'istinto di sopravvivenza.
Forse in me è molto alto, questo istinto. Forse altri messi alla prova si arrendono prima. Ma non credo.
Ricordo mia zia, dopo 14 operazioni in 10 anni, devastata da un brutto male in metastasi dappertutto, continuare ad aggrapparsi alla vita senza riuscire (avrebbe anche voluto) a lasciarsi andare all'oblio.
Come sai ho passato un anno in un letto di ospedale senza mai poterne scendere. Da solo. Completamente. Per i primi mesi senza sapere se avrei ripreso a camminare. Le prime settimane consapevole del rischio di un versamento di midollo spinale all'altezza di C1, tetraplegia, quella brutta, quella di DJ Fabo o Cristopher Reeve per capirci. Il resto del tempo a cercare di capire come organizzarti quel poco di vita che ti resta. Convivere, per sempre, con dolori quasi inaccettabili e limitazioni importantissime. Prima dell'incidente stradale che mi costrinse a questo, facevo boxe, running, vela, sci, palestra, campionati non competitivi (nessun medico mi rinnoverebbe la licenza competizioni) di enduro e motocross.........
Dopo, oggi, faccio fatica a camminare. Ma cammino. Meglio di tanti che incidenti non ne hanno fatto mai.
Lasciarsi andare non è così facile come sembra, almeno per me.
E questo mi rinfranca.
Perché potrò anche morire, ma non mezzo secondo prima che la vita mi venga strappata.
E, ca%%o, continuerò a vivere a dispetto delle fratture, degli impianti, delle cicatrici, dei dolori, delle limitazioni, del covid. Con le precauzioni del caso, ma senza farmi spaventare.
Se mi lascio spaventare dal covid al punto di "sospendere" la mia vita, vuol dire che è dalla vita stessa, che mi sono lasciato spaventare.
Saluti!!!